Martyrs (2008)

Aggiornato il Giugno 18, 2009 da Il Guru dei Film

Film: MartyrsIl film horror che ha fatto tremare la Francia arriva finalmente al cinema, un’ondata di sangue e violenza che apre baratri sconvolgenti ai quali nessuno può sfuggire. Un avviso: chi decide di sottoporsi alla visione di “Martyrs” si prepari al peggio.

 

La piccola Lucie riesce a fuggire seminuda da un vecchio mattatoio dove è stata rinchiusa per un anno, la bambina non ricorda nulla e vive nel tormento di strane visioni, solo la compagnia di Anna incontrata nell’ospedale psichiatrico riesce a dargli un minimo di conforto. Trascorrono 15 anni, Lucie si introduce nel villino di una famigliola intenta a fare colazione, la ragazza armata di fucile inizia un massacro e chiama Anne per comunicarle che ha trovato i suoi aguzzini. E’ solo l’inizio di un incubo infernale.

Da più parti, per una questione di convenienza, il termine “Torture-porn” viene utilizzato per descrivere l’ultimo film di Pascal Laugier che di conseguenza è associato a opere horror di successo come le serie “Saw” e “Hostel“. In realtà “Martyrs” con certe pellicole condivide solo l’immaginario filmico della tortura, l’approccio difatti assume ben altre prospettive che lasciano poco spazio a divertenti coreografie di morte o esagerate dimostrazioni di effetti speciali. Con “Martyrs” si fa sul serio e non c’è la minima concessione all’ironia, insomma un horror duro e puro come da tempo non si vedeva.

Martyrs” è un film disturbante non solo per il suo attacco frontale a base di sangue e violenza, elementi che abbondano al punto da provocare disgusto e colpire duro (non è una novità: esistono da tempo film che basano sulla “macelleria” la loro efficacia) ma, soprattutto, per l’aspetto morboso convogliato verso una tenebrosa indagine sulle origini del male e della sofferenza, sino al mistero della morte stessa. Il colpo di genio di Laugier è spostare l’orrore mostrato su un piano metafisico che non lascia scampo a nessuno, lo spettatore subisce una manipolazione continua che trascende, come i protagonisti della pellicola, verso esperienze sempre più ossessive e violente per spalancare visioni inesplorate che era meglio per tutti rimanessero tali. Può apparire esagerato ma anche la “solita” accusa alle classi borghesi-capitaliste, inserita senza troppi convenevoli (del resto già presente anche in “Hostel“) nel corso della vicenda, viene inghiottita dalla brutalità sconcertante sulla condizione umana che si intuisce: siamo già nell’aldilà e viviamo nel terrore.