Mechanic: Resurrection

Aggiornato il Dicembre 6, 2016 da Il Guru dei Film

Jason Statham deve salvare Jessica Alba nel secondo capitolo della serie The Mechanic, intitolato Mechanic: Resurrection

Tit. Originale: Mechanic: Resurrection
Paese: Francia/USA
Rating: 6/10

L’assassino di professione Arthur Bishop vive in incognito a Rio de Janeiro, l’incontro con una donna riapre il passato, è stata inviata dal suo vecchio compare Crain che lo vuole ingaggiare per compiere degli omicidi. Bishop rifiuta e fugge ma suo malgrado deve cedere e iniziare la missione, quando viene coinvolta Gina, la ragazza di cui si è innamorato.

Il secondo capitolo della serie The Mechanic disperde quel briciolo di personalità vista nell’opera originale, che ricordiamo era a sua volta il remake di un film con Charles Bronson, per rientrare nel cinema d’azione globalizzato imposto dalle serie blockbuster Mission Impossible, Jason Bourne, Fast and Furious e, non ultima, la serie di James Bond 007. Paesaggi esotici e gadgets tecnico-(fanta)scientifici abbondano nella nuova avventura di Arthur Bishop con il volto dell’inossidabile Jason Statham, superstar consolidata dell’action mondiale che ha almeno il merito di non deludere il suo pubblico: botte da orbi e omicidi rocamboleschi sono garantiti. Statham inanella l’ennesimo film intercambiabile, nella sua carriera stand alone è uno di quelli più sfarzosi, con nessuna sorpresa ma a suo modo con un passo quasi classico e scorrevole.

La storia debole di Mechanic: Resurrection riflette la pretestuosa sceneggiatura, imbastite per inscenare una sarabanda di energumeni e bersagli che Bishop/Statham comincia ad abbattere e maltrattare sin dal prologo nella Rio De Janeiro da cartolina. Nell’incipit compare anche una preoccupante esagerazione, l’influenza dell’inguardabile saga Fast and Furious si fa sentire, con il nostro eroe che prende al volo(!) un deltaplano nei pressi del Pan di Zucchero. In seguito arriveranno altre improbabili gesta ma, per fortuna, non così sguaiate e assurde. Merito anche della regia di Dennis Gansel che tiene, per quello che è possibile, una confezione realistica, da notare che il regista di origini tedesche si lascia andare al cinema action “senza cervello” dopo avere diretto film interessati a temi di peso come “I Ragazzi del Reich” e “L’Onda”.

Jessica Alba 35enne ancora uno spettacolo di bellezza e dolcezza si posiziona nel classico ruolo della ragazza (Gina) in pericolo da salvare, per causa del suo personaggio si scivola in imbarazzanti e tediosi momenti romantici in cui il granitico Bishop si va a infilare, complice il paradisiaco villaggio-resort di una spiaggia della Thailandia gestito da Michelle Yeoh, qui in un’inutile particina (strapagata c’è da credere). C’è anche Tommy Lee Jones che compare ormai a storia avanzata in pigiama e pantofole(!), e visto la simpatia e il carisma dell’attore pare un vero peccato, stavolta è un trafficante di armi. Jason Statham non è da meno, quando c’è da fare il (muso) duro ha ben pochi rivali su schermo, sempre tonico dal punto di vista fisico/atletico, in questo episodio sfoggia più del solito una sorta di “divisa”, una tenuta nera da sub per via delle numerose sequenze acquatiche.

Torna lo schema degli omicidi da fare apparire come incidenti, il più spettacolare è un'(auto)citazione dal primo capitolo ambientato in una piscina avveniristica situata sul tetto di un grattacielo. Bishop è un eroe dai mille volti come Hitman, si camuffa da ricercato per entrare in un carcere, e inventa ingegnosi accessori alla McGuyver per risolvere spericolate fughe improvvise. Sam Hazeldine nel ruolo del banale e risaputo villain Craine riesce a essere accettabile. Aperto a un potenziale terzo capitolo,Mechanic: Resurrection è un film non certo memorabile ma che rientra nei sani B-movie ad alto budget leggeri e veloci come ci ha abituato il produttore Samuel Hadida (Resident Evil saga).

Sciamano

Mechanic: Resurrection

Mechanic: Resurrection - Recensione

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