Milano-Palermo Il Ritorno (2007) di C. Fragasso

Milanopalermo Tit.: Milano-Palermo, il ritorno
Paese: Italia
Sequel di "Palermo Milano: solo andata", del 1996, che segna il ritorno di Raoul Bova e Giancarlo Giannini, protagonisti di un teso poliziesco lungo le strade d’Italia.

Scontati undici anni di carcere duro, il "contabile" della mafia Arcangelo Turi Leofonte ([[Giancarlo Giannini]]), viene rilasciato per aver testimoniato contro il clan Scalia. Nonostante non abbia mai indicato i favolosi conti bancari della malavita, nascosti in paradisi fiscali all’estero, Leofonte ora è libero di raggiungere la Sicilia con una nuova identità, non prima di avere richiesto come scorta gli stessi uomini che lo condussero al processo di Milano: la squadra del Vice Questore Aggiunto Nino Di Venanzio ([[Raoul Bova]]). Ad aspettare al varco Leofonte però c’è Rocco Scalia([[Enrico Lo Verso]]), figlio del vecchio capo mafia morto in carcere, intenzionato a recuperare il denaro a ogni costo.

Verso la fine degli anni ’80 il regista [[Claudio Fragasso]] è stato testimone degli ultimi sussulti del cinema di genere italiano: più o meno da quel periodo nel nostro paese produrre film fantastici e action ha perso interesse. Ad essere maligni anche lo stesso Fragasso ha contribuito a questo processo di disaffezione con opere a dir poco dimenticabili, come "[[La casa 5]]" e "[[Troll 2]]", entrambi del 1990; ma a favore del volenteroso autore romano, cresciuto sui set dei film di [[Bruno Mattei]] (1931-2007), bisogna riconoscere il dono della perseveranza, che ha portato anche a raccogliere qualche frutto, come nel caso del primo "[[Palermo-Milano]] solo andata"(1996), un dignitoso film d’azione.

In questi giorni è uscito "[[Milano -Palermo il ritorno]]", attaccato da più parti per il suo appeal para-televisivo: in effetti la pellicola non fa nulla per nascondere i rimandi alle famigerate serie poliziesche nostrane, pullulanti sul piccolo schermo da alcuni anni, ma da queste si discosta per un’urgenza e velocità (quasi) sconosciute anche al cinema italiano attuale.

L’immediatezza e un bel senso della scansione dei tempi riescono a tenere alta la tensione, che si traduce in numerosi scontri a fuoco: il più riuscito è indubbiamente quello ambientato alle terme di Montecatini, in cui, nel bel mezzo di un concerto all’aperto, esplode una furiosa sparatoria che lascia a terra diverse vittime, tra le quali si può anche riconoscere il regista [[Michele Soavi]] ("[[Arrivederci amore ciao]]") nelle vesti di un killer.

Il film mostra il fianco più di una volta nella sceneggiatura, piuttosto pretestuosa e piena di incongruenze, ma si può invece notare una certa cura nel tratteggio dei personaggi, che vengono ripresi da Fragasso con intensi e insistiti primi piani.

Raoul Bova ("[[Alien vs. Predator]]") interpreta a memoria un ruolo, quello dell’eroe senza macchia e paura, ormai collaudato da anni di carriera, ma riesce ancora a essere convincente, si potrebbe dire lo stesso di Giannini se non fosse per qualche uscita scomposta di troppo, mentre [[Ricky Memphis]] svolge bene il suo compito di spalla ironica e paternalista.

Molto divertente la figura del villain affidata a Enrico Lo Verso, un giovane capo-mafia inedito e nero-vestito che si accompagna a una dark-lady. Piuttosto nutrito anche il cast femminile, nel quale spicca la bellezza prosperosa di [[Silvia De Santis]].

Si sfonda spesso nella retorica, soprattutto nelle sequenze con protagonisti i bambini coinvolti nel turbine della violenza, e il tema musicale di [[Pino Donaggio]] non è sempre all’altezza se non addirittura, in alcuni casi, del tutto fuori luogo, ma non è il tempo di essere troppo severi con un film che merita di essere supportato, per avere scelto di battere strade che sembravano ormai smarrite.

Rating: 6/10