Monster – Esseri Ignoti dai Profondi Abissi (1980)

Aggiornato il Maggio 10, 2013 da Il Guru dei Film

monsterProdotto da Roger Corman un B-horror sull’invasione di mostruosi umanoidi.
Il villaggio di Noyo, California, è in crisi per la scarsa quantità di pesci nelle acque. Da qualche tempo una grossa società promette nuovi stabilimenti ittici e tecniche innovative per incrementare la pesca, in concomitanza strani avvenimenti si susseguono mettendo in allarme la popolazione.

Jim e sua moglie sono testimoni dell’esplosione di una barca al largo, poco dopo scoprono il cadavere del loro cane lungo la spiaggia. Tutti i cani del paese muoiono per morte violenta, la causa sono mostruosi esseri umanoidi provenienti dalle acque che non tardano ad assalire gli uomini.

Un impasto di mostri (anni ’50), H.P. Lovercraft e cinema di serie B, si può riassumere con queste poche parole “Monster – Esseri Ignoti dai Profondi Abissi”. Uno di quei film che quando lo incroci dopo mezzanotte in TV cominci a fare festa, cosa che capita sempre più di rado. Per chi ama i mostri e il cinema fanta-horror vecchia maniera si tratta di una pellicola più che degna, capace di evocare i sapori di racconti come “La Maschera di Innsmouth” e prodotta dal nume tutelare Roger Corman che agli albori degli anni ’80 ripropone una formula collaudata, da lui stesso imposta alcuni decenni prima. La pellicola spartisce con i coevi “Fog” (1980) e “Morti e Sepolti” (1981) la stessa ambientazione costiera, nei pressi di una piccola comunità, con personaggi molto simili se non uguali.

Ci sono dei mostri nelle profondità delle acque e ricordano il Gillman della serie del Mostro della Laguna Nera, di conseguenza anche “L’isola degli uomini pesce” di Sergio Martino dell’anno precedente, sono esseri umanoidi anfibi ideati dalla mente geniale del make up artist Rob Bottin (La Cosa) con un aspetto disgustoso di liquida putrescenza verde. Il film è ricordato per la loro presenza selvaggia e la spiccata propensione allo stupro delle vittime femminili, notare che alla regia si trova una donna, Barbara Peeters, uscita dalla scuderia Corman negli anni 70 con alcune commedie giovanili. Gli attacchi alle sventurate non lasciano spazio a interpretazioni, le ragazze vengono denudate brutalmente e assalite dai mostri in atti sessuali espliciti, questo aspetto è da ricondurre al volere di Corman che ci prende gusto: un anno dopo produce “Il Pianeta del Terrore” in cui la scena più famosa è la copula mostruosa tra un alieno e una donna, nuda e bella ovviamente.

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Le scene degli assalti a sfondo sessuale alla fine sono due ma sono ben congegnate, a farne le spese due giovani coppie con le stesse modalità, prima viene maciullato il maschio in seguito la femmina viene costretta a un rapporto coatto, non mostrato ma suggerito dal montaggio che è curato da Mark Goldblatt (Terminator). I dettagli gore sono notevoli e abbastanza impressionanti ancora oggi, con ferite profonde e sanguinolenti sia sui corpi dei malcapitati uomini che sui tessuti dei mostri. La regia della Peeters è molto mobile, salta con disinvoltura dai numerosi personaggi, tra i quali anche quello curioso dell’indiano fedele alle tradizioni, alle scene di tensione che preludono gli attacchi, in alcuni momenti sottolineati da musiche molto simili a quelle del primo “Alien”.

Il vero protagonista è il Jim Hill di Doug McClure che nella prima parte si accompagna alla moglie, in seguito si affianca a una scienziata di una società giunta sul luogo per delle sperimentazioni sui pesci. Nella parte del cattivo Vic Morrow, due anni dopo compare in “1990 I guerrieri del Bronx”. Il film cresce di intensità verso il finale quando i mostri vengono allo scoperto nel corso di una festa nei pressi del porto, una situazione tipica per il genere, un assalto cruento spettacolare tra fiamme e urla. Il contro-finale nel letto di un ospedale è un ulteriore sussulto di macabra follia. Molto bello ed evocativo è il titolo originale della pellicola: “Humanoids from the Deep”

 

Tiolo Originale: “Humanoids from the Deep”
Paese: U.S.A
Rating: 7/10