Non è un paese per vecchi – Il genio dei Coen

Aggiornato il Febbraio 22, 2008 da Il Guru dei Film

non è un paese per vecchi

Tratto dal romanzo di Cormac McCarthy e pluricandidato agli Oscar, è uno dei film più belli dei fratelli del Minnesota, una storia nerissima con un killer psicopatico interpretato da uno strepitoso Javier Bardem, uno sceriffo e un cowboy affidati a Tommy Lee Jones e Josh Brolin in stato di grazia.

Non è un paese per vecchi è uno dei film più belli di Joel ed Ethan Coen. Chi ha amato Sangue facile, Crocevia della morte, Burton Fink, Fargo o Il grande Lebowski non solo ne ritroverà i tratti distintivi in questa storia durissima, ma non avrà difficoltà a innamorarsene. È stato giustamente scritto che era dai tempi dell’operazione compiuta da Altman con i racconti di Raymond Carver in Short Cuts che non si assisteva a una così perfetta fusione tra cineasta e autore del romanzo. Non è un paese per vecchi è infatti l’adattamento del romanzo di Cormac McCarthy, scrittore cinematografico come pochi e grande cantore contemporaneo della Frontiera. I personaggi decisivi sono tre e interpretati da attori in stato di grazia. Ambientata in Texas nel 1980, la storia racconta di Llewelyn Moss (Josh Brolin), un cowboy ben consapevole che non c’è più posto per i cowboy nel mondo contemporaneo, che un giorno, mentre è a caccia di antilopi, si ritrova sul luogo di un massacro. Attorno a una macchina ci sono sei cadaveri. Dentro c’è un moribondo che chiede dell’acqua. Dentro la macchina però ci sono un carico di eroina e una valigetta con due milioni di dollari. Il tutto appartiene a una gang di Narcos. Il malcapitato Moss scappa con la macchina e il suo prezioso quanto pericolosissimo carico. Ma commette un errore fatale: la sera torna sul luogo della strage per portare l’acqua al moribondo. In questo modo viene intercettato da  Anton Chigurt (Javier Bardem) un assassino psicopatico che rivaleggia in ferocia con Hannibal Lecter. Con il suo impossibile taglio di capelli, Chigurt è una sorta di demone dotato di un nerissimo senso dell’umorismo. Un tipo che sembra venuto da un altro pianeta come un folle Leviatano che si diverte a lanciare una monetina alla quale affida il destino delle sue vittime. Testa o croce per lui vuol dire pallottola in testa o vita risparmiata. Sulle tracce di tutti e due si mette lo sceriffo Ed Tom Bell (Tommy Lee Jones) uno di quei personaggi duri ma con un mondo interiore dentro come solo Jones sa interpretare. Tanto per dire: questa è la spiegazione che lo sceriffo da del fatto che il crimine sia ormai completamente sfuggito di mano alla società: ‘Tutto comincia quando si iniziano a trascurare le buone maniere. Ogni volta che ti accorgi che non si usano più signore o signora vuol dire che la fine è molto vicina’. La caccia avrà una conclusione tutt’altro che rassicurante, dal momento che i Coen hanno preferito la fedeltà a McCarthy piuttosto che le regole hollywoodiane, ma a giudicare dalle candidature all’Oscar la cosa non li ha daneggiati. A completare il cast dei personaggi principali ci sono due mogli, quella dello sceriffo, Loretta (Tess Harper) e quella del cowboy, Carla Jean (la bravissima Kelly Macdonald). Non si può evitare di sottolineare ancora la straordinaria prova dei tre protagonisti, ciascuno perfetto nella sua parte. Sicuramente  l’Anton Chigurt di Xavier Bardem è una figura destinata a rimanere nella galleria dei cattivi del cinema contemporaneo. Quanto a Non è un paese per vecchi è un film fuori dal comune e dal coro, la dimostrazione che si può parlare della perdita dei valori americani senza far sventolare bandiere o mostrare gli orrori della guerra. L’America dei Coen e di McCarthy è un Paese travolto dall’ossessione per la ricchezza facile dove la violenza è la regola e la realtà nasconde una verità ancora peggiore. Il tutto raccontato con l’inconfondible gusto per dialoghi a multipla lettura, il senso dell’umorsimo che tende al nero e colpisce nel segno come la satira più affilata e quella sensazione di catastrofe incombente che caratterizza i film dei Coen. La verità è che in questa America non c’è posto per nessuno.  
Paolo Biamonte