Aggiornato il Ottobre 6, 2014 da Il Guru dei Film
Due fratelli in lotta contro gli influssi maligni di uno specchio maledetto.
La giovane Kaylie si riunisce con il fratello minore Tim rimasto in cura in un ospedale psichiatrico per 11 anni.. …
Il ragazzo, giudicato ristabilito, ha scontato la pena per avere ucciso il padre quando era un bambino. In realtà Kaylie è convinta che la tragedia famigliare, in cui è deceduta anche la madre, è stata provocata dagli influssi di un vecchio specchio stregato presente nello studio paterno di casa. Kaylie è riuscita tramite il suo lavoro a recuperare lo specchio e intende portare a galla la verità insieme al fratello nella vecchia casa di famiglia.
Nella crisi profonda che attraversa il genere horror degli ultimi tempi, pochi film prodotti e di scarsa levatura (basti pensare che il modesto “The Conjuring” viene preso come un punto di riferimento), un film come “Oculus” svetta senza troppa fatica e resta uno dei pochi titoli che vale la pena di recuperare. Niente di nuovo viene da dire ma “Oculus” si inserisce bene nel trend dei nuclei famigliari presi d’assalto nel recente horror americano (da Insidious a Dark Skies) innestando vecchi temi duri a morire, come una maledizione giunta dal passato, che danno forma a un horror meglio strutturato del solito e con ben pochi cedimenti di tensione. Insomma di questi tempi è oro colato. Ancora una volta abbiamo la classica famigliola al centro di brutti guai, la differenza è data dal modo di rappresentarla con frequenti salti temporali che si susseguono lungo tutta la vicenda.
La regia di Mike Flanagan è molto abile e sicura, sin dalle prime inquadrature che mostrano dei bambini in pericolo nascosti agli occhi di un (presunto) assassino, del resto “Oculus” è tutta farina del suo sacco visto che deriva da un corto diretto da lui stesso nel 2006, in questa occasione elaborato in una storia più avvolgente e complessa. Si segue volentieri “Oculus” e si sta al gioco, quello di avere uno specchio antico circondato da un’aura malevola, Flanagan non ricorre a nessun effetto speciale per giustificare questa entità non meglio specificata, bastano e avanzano i racconti di Kaylie in una lunga e serrata sequenza, una delle più efficaci del film, in cui elenca molti degli avvenimenti funesti che si sono verificati in sua presenza. Lo specchio è lì, fisso, sempre immobile e austero nella sua cornice antica di acero bavarese, ha attraversato i secoli, sprigionato influssi nelle menti dei suoi possessori lasciando una scia di morti ammazzati, alcuni di questi raffigurati in vecchie fotografie molto disturbanti.
“Oculus” è la storia tragica di una famiglia e della pazzia che cresce improvvisa e ineluttabile al suo interno, i flash-back dei due protagonisti principali si incrociano con la realtà della vecchia casa, ora spoglia e adibita come un laboratorio di ricerca, la ragazza Kaylie ha infatti allestito un circuito di telecamere e sensori nel tentativo di inchiodare (in tutti i sensi, visto il congegno ad “ancora” nel soffitto) lo specchio stregato, provare che il maleficio del suo riflesso è stata la causa della tragedia e che è ancora attivo. “Oculus” procede con due segmenti principali che si confondono a formare un unico quadro più grande, il primo in ordine di tempo è fermo a 11 anni prima, quando la famiglia composta dai due bimbi e i genitori interpretati da Kate Sackhoff (Riddick) e Rory Cochrane (Argo) ha la malaugurata idea di affissare a una parete un vecchio specchio giunto dall’Europa, i due fratelli cresciuti si ritrovano ora soli nella stessa casa e pieni di dubbi, almeno il Tim di Brenton Thwaites che resta scettico e quasi infastidito dell’insistenza della sorella nel rivangare il passato, ma con le stesse paure.
La rossa ed emergente Karen Gillan (Guardians of the Galaxy) è la risoluta Kaylie, la vera eroina della pellicola, quella che sembra farsi carico del peso incombente e lanciata alle estreme conseguenze, nonostante la sua vita sia ormai stabile, con un buon lavoro e un fidanzato che ama e vuole sposare. “Oculus” è un riflesso di realtà distorte, la bella scena della mela da addentare, e apparizioni spaventose, non mancano figure dell’oltretomba dagli occhi luccicanti che fanno sprofondare nelle tenebre chi li guarda, un film che risulta cattivo e dark come la sua conclusione. I buoni incassi inducono a pensare che ci sarà “Oculus 2”.
Tit. Originale: Oculus
Paese: USA
Rating: 7/10