Aggiornato il Marzo 14, 2008 da Il Guru dei Film
A 84 anni Sidney Lumet torna grande con un thriller che è anche uno spietato dramma familiare con un padre che si vendica dei figli e una formidabile prova d’attore di Philip Seymour Hoffman, Ethan Hawke e Albert Finney.
A 84 anni Sidney Lumet dimostra di non aver perso quella sua capacità di scavare nei labirinti della coscienza e di dirigere gli attori che ha fatto grandi film come La parola ai giurati, L’uomo del banco dei pegni, Serpico, Quel pomeriggio di un giorno da cani. Onora il padre e la madre (ma attenzione, il titolo originale è Before the Devil Knows You’re Dead, prima che il diavolo sappia che sei morto) è un thriller con un trio di attori strepitosi, Philip Seymour Hoffman, Ethan Hawke e l’immenso Albert Finney e un finale agghiacciante e coraggioso che arriva come una sfida ai vincoli di sangue primordiali. La storia, raccontata attraverso un linguaggio non convenzionale, un montaggio che fa largo uso del flashback e della descrizione di uno stesso evento attraverso il punto di vista dei diversi protagonisti, ha al centro due fratelli che hanno una vita completamente diversa ma, seppur per ragioni dverse, si trovano nello stesso momento in pessime acque. Andy, Philip Seymour Hoffman, è un colletto bianco benestante e sposato ma strafatto di droga che ruba i soldi dell’azienda per cui lavora per pagarsi il suo stile di vita molto glamour e i vizi molto costosi. Hank, Ethan Hawke, è invece uno sbandato senza soldi che deve pagare gli alimenti alla ex moglie per mantenere la figlia. L’idea di Andy è rapinare la gioielleria di famiglia: come insegna la tradizione del trhiller il suo sembra il piano perfetto. Loro si prendono l’incasso e piazzano i gioielli a un ricettatore, i genitori, che ovviamente non possono nemmeno immaginare chi siano gli autori della rapina, vengono rimborsati dall’assicurazione. I due fratelli decidono di passare all’azione e reclutano un giovane amico di Hank che farà il palo. La rapina finisce in tragedia: durante un conflitto a fuoco muoiono la madre dei rapinatori e il loro complice. A quel punto il padre comincia una spietata caccia ai killer e così Lumet riesce a mescolare thriller e dramma familiare. I due tentano di sfuggire alla resa dei conti ma, come ammonisce il titolo originale, non si può sfuggire all’incrocio con il diavolo. Non ci sono sconti, nemmeno tra padre e figli perchè in questo caso il padre è un uomo che ha visto uccidere la sua donna e tra questo legame e quello di sangue con i figli prevale l’istinto dell’uomo. Fino alla conseguenza più estrema, la vendetta sul primogenito rappresentata con la freddezza spietata del grafico dei due battiti cardiaci che rimbalzano sul monitor di un ospedale e solo quando il grafico del figlio si trasforma in una linea retta il padre potrà morire. Onora il padre e la madre ha il suo punto debole in una certa farraginosità del racconto dovuta a un uso troppo generoso della tecnica dello stesso evento raccontato da più punti di vista. Ma una formidabile prova di attori gestita da un maestro della messa in scena. Il personaggio di Philip Seymour Hoffman è un uomo impegnato a curare i propri demoni con l’ordine apparente della sua vita disastrata. La scena in cui Andy distrugge la casa con la calma della pazzia scentifica è da antologia e la prova più lampante del talento raro di questo attore strepitoso. Ethan Hawke non ha l’allure del mattatore che illumina ogni prova del suo collega ma è bravissimo a recitare in controcanto, a raccontare uno sconfitto. Quanto ad allure Albert Finney non è secondo a nessuno. E’ da tempo una leggenda dall’alto dei suoi trascorsi scespiriani, di interpretazioni che sono la storia del cinema e del suo smisurato talento di bevitore. Difficilmente si poteva trovare un interprete migliore per il padre in cerca di vendetta.
Paolo Biamonte