Operazione pirati – Project A – (1983) di J. Chan

Aggiornato il Settembre 17, 2008 da Il Guru dei Film

Film: Project ATit.originale: Project A (ingl.)
Paese: Hong Kong

Jackie Chan scrive, dirige e interpreta uno dei migliori film della sua carriera. Con la partecipazione dei “fratelli” Yuen Biao e Sammo Hung.

Fine 800, Hong Kong. La città, da tempo sotto il dominio coloniale inglese, é in crisi per i continui attacchi dei pirati che infestano i mari, una piaga che la marina cinese non riesce a contenere per la condotta fallimentare dei suoi uomini. Mi Yong ([[Jackie Chan]]), un marinaio, non desiste e crede ancora nel valore della marina e insieme al rivale, il capitano Chi ([[Yuen Biao]]), e al ladro dal cuore d’oro Fei ([[Sammo Hung]]) riesce a infiltrarsi nel covo dei pirati guidati da Lor Sam Pau ([[Dick Wei]]) e giungere a una rocambolesca resa dei conti.

Cresciuti sin dall’infanzia sotto i duri insegnamenti della scuola dell’Opera di Pechino, Jackie Chan, Sammo Hung e Yuen Biao formano insieme una sorta di trio delle meraviglie, un fenomeno probabilmente irripetibile all’interno del cinema delle arti marziali, un mix di simpatia e funambolismo protagonista di una serie di film strepitosi che hanno marchiato gli anni 80.

Jackie Chan è senza dubbio il più noto, avendo centrato il successo anche a Hollywood (la serie “[[Rush Hour]]”), ma anche il valore risconosciuto dello straripante Sammo Hung (“[[Enter the fat dragon]]”, “[[Encounter of the spooky kind]]”) e dell’acrobatico Yuen Biao (“[[Zu: warriors from the magic mountain]]”) non è mai stato messo in discussione.
“[[Project A]]” rappresenta uno dei vertici della premiata ditta Chan-Hung-Biao, secondo forse solo al capolavoro “[[Dragons forever]]” (1987, diretto questa volta da Sammo Hung), nonché uno dei classici del cinema delle arti marziali tout-court.

Si è fatto un gran parlare, forse anche a sproposito, sui continui riferimenti da parte di Jackie Chan al cinema muto comico (in particolare alla figura di [[Buster Keaton]]), per via dell’incredibile mimica facciale e propensione alla commedia slapstick dell’attore. In realtà l’interprete di film fondamentali come “[[Drunken master]]” (1978), il primo grande successo di Chan, deve la sua fortuna alla dirompente simpatia unita a doti atletiche e spericolate fuori dal comune.

E’ notorio che Jackie Chan esegue sempre di persona tutti gli stunts che lo vedono protagonista, anche quelli più pericolosi e sconsiderati, puntualmente riproposti con un certo compiacimento nei titoli di coda dei film (una consuetudine che é ormai divenuto un marchio di fabbrica).

In “Project A” vi sono alcune sequenze ormai storiche, come il bellissimo e inventivo inseguimento con le biciclette, che sottolinea l’approccio circense di Chan e il balzo dalla torre dell’orologio (circa 10 metri!) che risalta non solo il coraggio ma anche una delle priorità del cinema di Hong Kong: la centralità del corpo e la sua “invulnerabilità”.

Un altro momento da ricordare è indubbiamente la bagarre nella bisca di lusso clandestina, ambientata sopra una doppia scalinata che vede Jackie Chan e Yuen Biao prodursi in spettacolari e potentissimi colpi di kung fu. Questa sequenza è stata platealmente omaggiata in “[[Matrix reloaded]]” (2003) nel combattimento tra Neo ([[Keanu Reevs]]) e gli scagnozzi del Merovingio ([[Lambert Wilson]]). Il finale è altrettanto bello, situato all’interno del covo sotteraneo dei pirati, con in primo piano un memorabile [[Dick Wei]] (“[[The seventh curse]]”, “[[Pedicab Driver]]”), capo-filibustiere baffuto e lungocrinito, che sfodera micidiali tecniche di lotta, placate solo dall’unione delle forze dei tre eroi protagonisti nell’esplosivo e ultimo confronto.

Il corpulento e agilissimo Sammo Hung è spiritoso come non mai nelle vesti di un ladro maldestro ma anche Yuen Biao non è da meno quando si tratta di fare ridere (l’esilarante sequenza della parola d’ordine). La regia di Chan colpisce per equilibrio e scelta delle inquadrature, e anche il dinamico montaggio agevola una delle action-comedy più divertenti di tutti i tempi.Vale sempre il “vecchio” detto: “chi non ama Jackie Chan è perché non lo conosce”.

Rating: 9/10