Pathfinder – La leggenda del guerriero vichingo (2007) di M. Nispel

Aggiornato il Gennaio 9, 2008 da Il Guru dei Film

pathfinder.jpgTit.originale: Pathfinder
Paese: U.S.A

Sfortunato film diretto dal regista di "[[Non aprite quella porta]]"(2003), [[Marcus Nispel]], che ha mancato i favori della critica e del pubblico.

Nord America, 600 anni prima dell’arrivo di Colombo. I vichinghi, giunti dal nord Europa, invadono i territori costieri scontrandosi con le popolazioni locali. Abbandonato dalla sua gente, un giovane vichingo viene accolto da una tribù indiana che lo cresce come un figlio. Divenuto adulto e abile guerriero, il ragazzo chiamato Ghost ([[Karl Urban]]), deve affrontare l’arrivo di una nuova orda devastatrice proveniente dalla terra di Odino.

Ispirato a un misconosciuto film norvegese ("[[Ofelas]]", 1987), e ai disegni epici delle tavole di Frazetta, "[[Pathfinder]]" è una di quelle opere dalle potenzialità enormi, carica di particolari suggestioni che stimolano la fantasia: un’epoca remota e misteriosa, paesaggi dalla natura incontaminata, guerrieri leggendari, scontro di culture differenti, ecc.

L’impresa era difficile, e difatti i consensi per il risultato non sono arrivati. Il film viene girato in condizioni meteorologiche impervie, e dopo il primo screen-test disastroso viene rimontato con sequenze più violente. Ma questo non basta a scongiurare il flop al botteghino U.S.A., e le ragioni sono diverse, in primo luogo "Pathfinder" manca di un vero respiro epico, imputabile anche alla performance del protagonista, interpretato da [[Karl Urban]], che sembra difettare del carisma necessario. In secondo luogo la presenza di certe scelte stilistiche (il pedante uso del ralenty), che appesantiscono diversi passaggi, ed infine alcune ingenuità di sceneggiatura (Ghost che in pratica fronteggia da solo le orde vichinghe, l’escamotage della bambolina indiana, ecc.), sulle quali, però, si può chiudere un occhio in questa tipologia di film.

Come se non bastasse il richiamo a altre pellicole è anche troppo (involontariamente?) ricercato e non è difficile riconoscere momenti influenzati da "[[Conan il barbaro]]", "[[Il signore degli anelli]]", "[[Il 13° guerriero]]", "[[Willow]]", per rimanere in ambito fantasy, ma anche da "[[Balla coi lupi]]i", "[[L’ultimo dei mohicani]]" e "[[Rambo]]".

Nonostante tutto il film regge, l’aspetto visivo è di primordine, e Nispel non manca di "pennellare" le immagini con una fotografia composta da fasci di luce (una sorta di marchio di fabbrica del regista), i paesaggi sono meravigliosi e anche le scenografie soddisfano pienamente, i costumi sono magnifici… ma il vero piatto forte è la rappresentazione dei vichinghi, un’armata spaventosa di esseri bardati di metallo nero e maschere demoniache che sono a dir poco impressionanti, ottimo il capo vichingo Gunnar interpretato da [[Clacy Brown]] ("[[Highlander]]").

L’azione è molto concitata, i piani di ripresa sono stretti sui personaggi, soprattutto durante alcuni corpo a corpo che risultano micidiali, il sangue scorre copioso, le teste rotolano e le carni si lacerano.

Insomma lo spettacolo non manca e il ricorso alla CGI è davvero limitato, al contrario del "concorrente" e trendy "[[300]]" di [[Snyder]], a poche sequenze (il combattimento sulla montagna) e a qualche ritocco ai fondali. Per certi versi anacronistico, bistrattato un pò da tutti, chissà mai che non venga in futuro rivalutato.

Rating: 7/10