Perez. (2014)

Un cupo noir alla napoletana con protagonista Luca Zingaretti. 
Napoli, l’avvocato Perez ha 20 anni di carriera alle spalle vissuti nei tribunali in cui è venuto a contatto con gente di ogni tipo, per lo più pericolosi criminali, ora si barcamena come avvocato di ufficio con poche ambizioni e prospettive per il futuro.. …

Perez vive nell’insoddisfazione della sua vita e di quella degli altri che lo circondano, l’unico raggio di sole lo intravede nella giovane figlia Tea che però ha fatto la malaugurata scelta di fidanzarsi con un pregiudicato, un cruccio che l’avvocato Perez non riesce a tollerare.

Nel bistrattato cinema di genere italiano (esiste oggi un cinema di genere in Italia? mah…) qualcosina si muove, Perez è lungi da essere un film per cui strapparsi le vesti e difendere a spada tratta ma è un piccolo motivo per non disperarsi del tutto, un’opera scarna ma dalla regia compatta e con delle buone interpretazioni. Insomma una rarità da aggiungere ai titoli italiani degni di nota degli ultimi anni come “Diaz”, “Acab”, “Oltre il Guado” e pochissimi altri ancora. Il contesto è Napoli, descritta nei film e nei serial come un posto mica tanto bello in cui vivere, purtroppo molti riscontri nella realtà paiono confermarlo, non è da meno la Napoli fredda e inospitale di Perez, racchiusa nel moderno centro direzionale in cui ha sede anche il Palazzo di Giustizia della città. Si può dire che il 90% del film sfrutta bene la location e lo fa apparire più ricco e internazionale di quello che è: in fondo si tratta di una piccola produzione.

Perez segue la direttiva principe del noir classico che vuole di solito un protagonista uomo, solitario e messo alle strette, la voce off iniziale rimarca lo status personale dell’avvocato Perez, un lusso che pochi si possono permettere, ma il film di Edoardo De Angelis in seguito si distanzia da questo espediente, pur lasciando al centro la figura dell’avvocato interpretato da Luca Zingaretti, ormai celebre per il personaggio televisivo del commissario Montalbano, bravo a delineare una figura di vero antieroe piena di fragilità e insicurezze. Al suo fianco l’emergente Marco D’Amore, uno dei protagonisti della recente serie tv di successo Gomorra, a suo agio nella parte del delinquente Corvino, divenuto il fidanzato della figlia dell’avvocato interpretata dalla giovane Simona Tabasco, una bella morettina. La situazione conflittuale è la miccia per una storia pericolosa di ritorsioni e conti in sospeso prevedibile ma efficace e che si segue sino alla fine, anche per merito della presenza inquietante del malavitoso Luca Buglione, l’attore Massimiliano Gallo (Mine Vaganti), che tira le fila dei giochi nonostante sia finito nel programma di protezione pentiti.

Un film di malavita, disperazione e violenza che non disdegna incursioni pulp, realistiche seppure con un retrogusto grottesco, da ricercare nell’aneddoto della ragazza muta e relativo sexy flash-back e nella sequenza della pancia del toro in cui è custodita una preziosa refurtiva, quest’ultima una situazione che impegna buona parte di Perez. Si respira sin dai primi minuti un’incombenza di tragedia e perdita, accentuata da personaggi secondari ma importanti come l’amico/collega di Perez Ignazio, segnato dalla morte del figlio, esilarante per il linguaggio sboccato e con il volto di un bravo Gianpaolo Fabrizio (il Bruno Vespa di Striscia la notizia!). Buona anche la colonna sonora dall’incedere jazz-noir e dal sapore notturno di Riccardo Ceres.

Uno degli aspetti che colpisce del film è l’atmosfera astratta, quasi rarefatta, siamo a Napoli ma non sembra in fondo, anche quando nel finale ci si sposta verso Castel Volturno, silenziosa e abbandonata nel crepuscolo della notte con l’alba, si è avvolti da una sensazione straniante di fascino decadente. Il finale non scade in trovate spettacolari o colpi di scena eclatanti, aspetto che può deludere qualcuno ma resta sempre nel solco di una realtà dura e sgradevole, difficile da gestire per chi nonostante tutto decide di (soprav)vivere. Un plauso al regista Edoardo De Angelis al suo vero primo trampolino di lancio, il film ha avuto buoni consensi al Festival di Venezia 2014, dopo la poco considerata commedia-pulp di debutto Mozzarella Stories del 2011.

Paese: Italia
Rating: 7/10