Ribelle – The Brave

Aggiornato il Settembre 5, 2012 da Il Guru dei Film

RibelleIl nuovo cartoon della Pixar racconta le vicende di una principessa che non vuole accettare la strada disegnata per lei dalla famiglia. Un racconto al femminile che è anche un omaggio alla grande tradizione della Disney. 

Ribelle – The Brave è il nuovo cartoon della Pixar, la factory che ha inventato il nuovo linguaggio del disegno animato digitale. Ci sono voluti sei anni, una produzione tribolata e un cambio di regista – a Brenda Chapman negli ultimi 18 mesi è subentrato Mark Andrews – per portare nelle sale questo nuovo film che non offre soluzioni rivoluzionarie attese dai fan della Pixar ma propone, con assoluta originalità di scelte narrative e di prospettive, un omaggio alla più grande tradizione Disney, che, è bene ricordare, da cinque anni è guidata proprio da John Lasseter, boss della Pixar.

La Ribelle del titolo è la principessa Merida, una ragazzina che vive nella Scozia medioevale e non ha alcuna intenzione di seguire il percorso di vita tracciato per lei dalla madre, la regina Elinor. Merida ama andare a caccia con l’arco e passare il suo tempo nei boschi impegnata in attività che le regole di corte non considerano adatti a una ragazza. Proprio il desiderio di non seguire le regole che altri hanno stabilito per lei porterà la principessa ad accettare un patto con una strega che la costringerà ad affrontare prove difficili e a fare i conti con le conseguenze di decisioni egoistiche. 

Ribelle - The Brave

La scelta più originale di questa fiaba è nella prospettiva tutta al femminile del racconto dove non esistono principi azzurri capaci di garantire il futuro e i personaggi maschili sono utilizzati per attingere al registro comico, primo tra tutti il re, papà Fergus. 

Ciò che è davvero notevole è la cura tutta disneyana dell’ambientazione, con la Scozia medioevale ricostruita con originalità, l’esaltazione del rapporto tra l’essere umano e la natura, i paesaggi che esprimono stati d’animo, gli inevitabili e dichiarati omaggi alla grande tradizione di genere.

Paolo Biamonte

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