Sleuth – Duello all’ultima parola

Aggiornato il Novembre 9, 2007 da Il Guru dei Film

Sleuth

Michael Caine e Jude Law sono i protagonisti di questo passo a due diretto da Kenneth Branagh e scritto da Harold Pinter, che rielabora il testo teatrale da cui nel ’72 Mankievicz trasse il suo ultimo film con Laurence Olivier e lo stesso Caine.


Sleuth è un esempio di interpretazione radicale del concetto di
remake, che letteralmente vuol dire ‘rilettura’ ma viene da ‘to remake’,
che vuol dire rifare. L’originale in questione è il film che nel ’72
Joseph L. Mankievicz (alla sua ultima regia) ha tratto dal testo
teatrale di Anthony Shaffer, e racconta la sfida tra un ricco, famoso
e molto maturo autore di gialli e il giovane parrucchiere con cui la moglie lo tradisce. Volendosi vendicare, lo scrittore intende
spaventarlo a morte e umiliarlo con la sua superiorità intellettuale.
Qualcosa però va storto, e a un certo punto arriva un ispettore
ficcanaso che indaga su un omicidio. I protagonisti del primo film
erano Laurence Olivier, il giallista, e Michael Caine, il giovane
parrucchiere. A dirigere Sleuth ora è Kenneth Branagh, che ha affidato
la riscrittura del testo a Harold Pinter, premio Nobel e gigante del
teatro contemporaneo. A 35 anni di distanza, Michael Caine, che sta
alla recitazione come Ibrahimovic sta al calcio – un fuoriclasse –
stavolta interpreta il giallista. Accanto a lui Jude Law, bravissimo
nel ruolo del giovane amante (davvero da applausi le parole di
ammirazione che ha speso nei confronti del suo maturo collega). Il film è tutto girato nella casa dell’uomo tradito. Che, se la si guarda bene,
non è un casa fatta per essere abitata ma per permettere di spiarci
dentro. Dell’originale resta lo schema e i meccanismi teatrali dei
colpi di scena. Il resto è puro Pinter, una battaglia di dialoghi dove
il linguaggio serve solo a svelare la sua inutilità e
l’impenetrabilità del mistero dell’uomo. La suspence del film non sta
nello scoprire chi dei due avrà per se la donna contesa ma nel vedere
chi vince la sfida. Basta guardare e ascoltare il lavoro di Michael
Caine e Jude Law, e sotto i pensieri di adulterio, gelosia, sorprese, si
scoprirà la dinamica sottile tra paradosso e contraddizione, le
risposte che sembrano non ascoltare le domande, le affermazioni così
ovviamente vere da suggerire un significato nascosto, l’insinuazione
nascosta dietro anche il dialogo più banale. Sleuth è soprattutto una
grande prova di recitazione, assecondata da un regista come Branagh, che
vive nel teatro. Non è un caso che le lezioni di recitazione di
Michael Caine siano su Dvd.
Paolo Biamonte