Smile (2009)

Aggiornato il Settembre 3, 2009 da Il Guru dei Film

Smile (2009)Horror italiano prodotto con i capitali del Ministero dei Beni Culturali ambientato nell’assolata terra del Marocco.

Una comitiva di giovani giunge in Marocco per esplorare le montagne dell’Atlante ma per la bella Clarissa la vacanza non inizia bene: viene scippata della macchina fotografica che in poco tempo rimpiazza con una vecchia Polaroid, comprata all’interno di un misterioso bazar.

La ragazza ignora che l’antica macchina fotografica in realtà è un tramite verso un mondo oscuro di morte e terrore che segna il destino di coloro che vengono immortalati sulla sua pellicola.

Un ulteriore colpo mortale si abbatte sulla credibilità della rinascita del cinema horror italiano con l’uscita di "Smile", un film talmente modesto e senza ambizioni che getta nello sconforto gli ormai sempre più spaesati appassionati fan nostrani, orfani da ormai troppo tempo di un punto di riferimento e traditi a ripetizione dagli stessi maestri riconosciuti (il "caso" Dario Argento ormai divenuto atavico). Viene da chiedersi quale sia la causa della maledizione che aleggia da almeno due decenni nel nostro paese in materia di cinema horror, un declino inesorabile che sembra ancora più grave quando si innescano gli inevitabili confronti con le vicine produzioni europee come Francia ("Martyrs", "Frontieres", ecc.), Inghilterra ("The Descent", "Eden Lake") e Spagna ("Rec", "The Orphanage").

E’ ingiusto chiedere immediati riscontri a un piccolo film come "Smile", resta comunque un senso di desolazione disarmante nell’apprendere che l’opera del quarantenne Francesco Gasperoni è uno slasher sgangherato che pecca proprio nella costruzione degli omicidi, l’essenza stessa del genere affrontato dalla pellicola, tra i peggiori visti negli ultimi tempi e concepiti con riprese fuori campo e privi di qualsiasi tensione. Non viene in soccorso la sceneggiatura che, anzi, apre baratri pasticciati intorno a un fatto di sangue occorso negli anni sessanta che reclama altre vittime per continuare ad ardere del fuoco maligno della pazzia. Molto curiosa e, tutto sommato, inedita l’ambientazione del Marocco che però non va oltre ai soliti paesaggi da cartolina per poi piombare, improvvisamente, in una cornice claustrofobica boschiva e notturna.