Smokin’Aces (2006) di J. Carnahan

Aggiornato il Novembre 15, 2007 da Il Guru dei Film

acesTit.originale: Smokin’Aces
Paese: UK, France, U.S.A.
Action-caleidoscopio esasperato che strizza l’occhio al genere "pulp". Dal regista dello strepitoso e poco visto "Narc".

Buddy "Aces" Israel è un istrionico fuorilegge che, in cambio della protezione dell’FBI, ha deciso di svelare scottanti retroscena della malavita organizzata. Per impedire che parli, il boss mafioso Primo Sparazza ha messo una taglia da un milione di dollari sulla sua testa, attirando i peggiori killer professionisti del paese.

Come una scheggia impazzita "[[Smokin’Aces]]" si proietta negli ultimi 20 anni di cinema action a stelle e strisce, con una particolare predilezione per l’ondata "pulp" degli anni 90 e i polizieschi più cafoni e sensazionalisti, senza dimenticare una spruzzata di mafia-movie tipica delle opere di Scorsese.

Un frullato indigesto costruito su una sceneggiatura a dir poco scarna, ricca di personaggi fuori controllo e segnata da un continuo senso parodistico involontario.

Lo sconcerto aumenta quando si scopre che dietro la macchina da presa c’è [[Joe Carnahan]], l’autore del crudo e violento "[[Narc]]" (2002), da annoverare tra i migliori polizieschi degli ultimi anni.

Lo stile realistico e stradaiolo presente in "Narc" viene stravolto in "Smokin’Aces" a favore di improbabili eroi e esagerazioni assortite, complice inoltre un montaggio frenetico modaiolo: la pellicola ricorda pericolosamente il cinema effimero dell’ultimo [[Tony Scott]] ([[Domino]]).

E pensare che l’incipt è travolgente nella presentazione di personaggi curiosi e stordente per i dialoghi fitti e intriganti che si susseguono, ma è solo un breve interludio che si sgonfia presto.

Degno teatro dell’assurda vicenda è l’artificiosa atmosfera di un albergo di Las Vegas, in cui Buddy "Aces" Israel ([[Jeremy Piven]]) vive segregato all’ultimo piano in una mega suite.

A turno si scatenano killer giunti da ogni angolo del paese per farlo fuori, i più bizzarri sono indubbiamente un trio di nazisti-punks che sembrano usciti da un cartone animato, anche se la palma del carachter più squilibrato del film spetta a un bambino-pazzo invasato delle arti marziali, un ulteriore (over)dose di ironia di grana grossa e fuori luogo.

Non tutto è da buttare comunque, il nutrito cast schiera anche volti più o meno noti come [[Ray Liotta]], [[Andy Garcia]] e il giovane [[Ryan Reynolds]] ([[Blade Trinity]]) che sbrigano il loro compito in maniera diligente, ma è [[Alicia Keys]] a rubare la scena con il suo sexy personaggio di killer-prostituta: la cantante pop al debutto sul grande schermo è stupenda e non si dimentica facilmente.

Molto bella la colonna sonora composta da brani di Stooges, Motorhead, Make Up, Outkast, The Prodigy; da notare che il pezzo "Morte di un soldato" del maestro Ennio Morricone, tratto da "Il buono, il brutto e il cattivo"(1966) è utilizzato nella necrofila e divertente sequenza con [[Ben Affleck]], in cui l’attore compare brevemente e con un look piuttosto "cool".

"Smokin’Aces" è un’enorme occasione sprecata, alla luce di certe intuizioni mal sfruttate (le identità dei protagonisti che mutano continuamente e progressivamente nel corso della storia), e forse era il caso di insistere sul versante intimista, a dire il vero appena accennato, che si intravede nel finale, senza contare che quest’ultimo é intaccato da un twist che lascia perplessi.

Inoltre deve fare riflettere a Joe Carnahan, che ultimamente si è concesso il lusso di declinare la regia del terzo capitolo di "[[Mission Impossible]]", il fatto che il momento migliore del film risultino i titoli di coda, azzeccati nella loro resa estetica comic-book, che solo brevemente viene evocata nel corso della pellicola. La prossima fatica del regista sarà l’adattamento di un’opera del genio noir James Ellroy "White Jazz".

Rating: 5/10