Snowpiercer (2013)

Aggiornato il Luglio 14, 2014 da Il Guru dei Film

Il primo film in lingua inglese di Bong Joon-ho è un post apocalittico ambientato su treno in corsa.

2031, A bordo di un iper-tecnologico treno in corsa vivono gli ultimi sopravvissuti a una glaciazione che ha ridotto la Terra a una lastra di ghiaccio. Il moto perpetuo del mezzo consente l’energia necessaria a ricreare al suo interno un microcosmo diviso in classi sociali: in coda vivono i poveri mentre in testa si trovano i ceti più agiati. Il giovane Curtis è deciso a scatenare una rivolta tra gli sfruttati degli ultimi vagoni, deve solo decidere il momento giusto per sferrare l’attacco e raggiungere la locomotiva.

 

C’era molta attesa per il nuovo film di Bong Joon-ho, considerato per i suoi trascorsi (Memories of murder, The Host, Mother) il nome di punta del recente cinema Sud Coreano, un progetto inseguito dal regista da alcuni anni dopo essere stato conquistato da un fumetto francese (Le transperceneige) la fonte primaria di Snowpiercer che si svolge in un mondo del futuro devastato da una terribile glaciazione. L’idea è semplice e geniale allo stesso tempo, ricreare una società (l’ultima) all’interno di un ambiente ristretto e insolito, ma per paradosso questa è anche il limite di Snowpiercer, un film che offre ben pochi margini di interpretazione, chiuso come i suoi claustrofobici vagoni e lineare nei binari che deve percorrere per obbligo: si ripropone l’illusione della vita degli uomini mai veramente consci di essere parte di un ingranaggio oliato e capace di auto-ripararsi ad ogni evenienza.

 

Insomma poche sorprese in vista nonostante Bong Joon-ho dimostri una lucidità di intenti condivisibile e metta al servizio della storia e dei personaggi lo stile tecnico che lo contraddistingue. Dal punto di vista scenografico “Snowpiercer” aggiunge all’immaginario fantastico alcuni scorci notevoli, ogni vagone attraversato dai protagonisti è differente per ambientazione e atmosfera, e questo risulta alla fine uno dei maggiori motivi di interesse: scoprire cosa vi è al di là della porta successiva. Non mancano dei fuggevoli squarci verso l’esterno, paesaggi di desolazione ghiacciata e innevata, a dire il vero non sempre all’altezza per via degli effetti speciali non del tutto brillanti. Snowpiercer resta al momento il film più impegnativo dal punto di vista produttivo per Bong Joon-ho e anche uno dei più costosi per il cinema della Corea del Sud, con un budget production di circa 40 milioni di $, rientrati soprattutto per gli eccellenti incassi in patria (60 milioni $).

 

Il respiro internazionale di Snowpiercer è rimarcato dalla componente multietnica del cast che ha nell’interprete principale il volto di Chris “Capitan America” Evans, il combattivo Curtis pronto a divenire il leader dei rivoltosi, ruolo che accresce le sue credenziali per il tono drammatico sostenuto e una presenza sofferta del personaggio spesso nascosto sotto un berretto nero da assaltatore. Intorno a Evans si riconoscono Jamie Bell, relegato nell’eterno ruolo del ragazzino nonostante i quasi 30 anni (!), la camaleontica e bravissima Tilda Swinton che da vita al personaggio più divertente di “Snowpiercer”, quello della bizzarra dirigente Mason, i sempre affidabili John Hurt e Ed harris che appaiono per poco in ruoli chiave. Il più celebre attore coreano Song Kang-ho (Memories of murder, Mr. Vendetta, Il buono, il matto, il cattivo) è uno dei protagonisti di Snowpiercer, un tecnico drogato che si accompagna alla misteriosa figlia adolescente.

 

Ripiegato verso un cinema (fantastico) impegnato d’altri tempi, paragonabile per certi frangenti ai film di Carpenter anni 80, Snowpiercer soffre la sua valenza simbolica e la pesantezza della vicenda, accentuata da qualche dialogo-spiegazione di troppo (il finale). Gli intenti di Bong Joon-ho sono alt(r)i e nobili ma qualche ragguaglio in più, sui retroscena tecnologici in cui si muovono i protagonisti, forse avrebbe reso il tutto più invitante e meno scontato, come l’entrata in scena di un super-cattivo che si mette alle calcagna dei nostri eroi per movimentare un po’ l’azione. Resta un buon film di un grande regista che ha ancora tanto da dire.

 

 

Tit.originale: Snowpiercer
Paese: Corea del Sud
Rating:7/10