
Per il suo terzo film girato in Inghilterra, Woody Allen sceglie per la prima volta un cast senza americani, con Ewan McGregor e Colin Farrell nel ruolo di due fratelli che pensano al delitto come chiave per realizzare i propri sogni.
Terzo film di Woody Allen girato in Gran Bretagna, dopo Match Point e Scoop, Sogni e delitti è però il primo senza attori americani, e nell’ambientazione segna una svolta decisa rispetto ai due precedenti, che erano immersi in un mondo molto upper class. Qui invece si scende al livello della gente normale con una scelta quasi radicale che il pubblico italiano non potrà cogliere in quanto Woody Allen ha scelto di far parlare gli attori nell’inglese cockney, ossia la lingua parlata dai Londoner della strada. I dialoghi hanno dunque un ritmo forsennato e saltellante e non è difficile capire come mai il film negli Usa sia stato distribuito solo parzialmente. Sogni e delitti è la storia di due fratelli, Ian e Terry Blaine, che, seppur diversi tra loro, accettano di pensare all’omicidio come soluzione ideale per realizzare i loro sogni. A interpretarli sono Ewan McGregor e Colin Farrell. Figli di una solida famiglia working class i due hanno stili di vita diversi: Ian-McGregor gestisce un ristorante con il padre, Terry-Farrell è invece un meccanico scommettitore e bevitore cronico. Ian sogna di comprare un immobile in California, Terry, che vive con la devota fidanzata Kate (Sally Hawkins) è sempre lì a inseguire il grande colpo fino a che non vince alle corse dei cani e si compra una barca. Mentre Ian perde la testa per l’aspirante attrice Angela (Hayley Atwell), Terry contrae un debito di 90 mila sterline con un pericolosissimo strozzino. La soluzione gliela propone lo zio Howard (Tom Wilkinson), che, essendo ricco, ha sempre aiutato la famiglia. Questa volta per concedergli il suo generoso intervento lo zio Howard stabilisce un prezzo e chiede ai nipoti di uccidere un suo collega d’affari. Un’offerta che ai due fratelli risulta allettante. Sogni e delitti vive della prova di Ewan McGregor e Colin Farrell, che sono insieme per quasi tutto il film. Il fatto è che, a parte la loro bravura, si tratta di una via di mezzo tra una black comedy e un semi dramma, dove è difficile scovare traccia dell’ironia di Woody Allen se non nella generalizzata accondiscendenza verso i personaggi, e in particolare nei confronti dei due protagonisti aspiranti omicidi. Forse a lui, newyorchese, anzi manhattanist purosangue, sarà sembrato divertentissimo girare un film dall’anima così british, magari pensando agli snob di New York e Los Angeles che prendono lezioni per avere l’accento di Londra.
Paolo Biamonte