Sucker Punch (2011)

Aggiornato il Marzo 31, 2011 da Il Guru dei Film

Film: Sucker Punch

Ragazze guerriere e mondi paralleli per la fantasy fuga dalla realtà secondo Zack Snyder.

 

A seguito del diabolico piano del patrigno, ordito per questioni di eredità, Baby Doll è rinchiusa in un sanatorio mentale. La ragazza si ritrova in un luogo opprimente, violento, con il rischio di finire lobotomizzata, per fuggire dalla cupa realtà si chiude in un mondo di sogni dove la lotta e il coraggio possono portare la speranza. Nel suo viaggio in dimensioni parallele, al suo fianco, vi sono le compagne di stanza, altre giovani vittime di un mondo che vuole sopprimerle.

Anticipato nel corso degli anni e rimandato per varie vicissitudini "Sucker Punch" si presenta come il lavoro più personale e voluto dal regista Zack Snyder ("300", "Watchmen"), un film che non è esente da pecche ma capace di segnalarsi per la rinnovata passione verso un cinema pulsante rimandi pop e azione travolgente. La vena artistica di Snyder si esprime libera come mai prima d'ora, divorata da un insopprimibile senso figurativo-estetico che reclama il suo prezzo da pagare: la storia e i personaggi sono soffocati in un mondo impazzito, difficile da afferare e comprendere per davvero, un pò quello che accade a "Sucker Punch", sbalorditivo dal punto di vista visivo ma poco convincente in fase di sceneggiatura e compattezza. E dire che Snyder per concepire la storia di Baby Doll ha impiegato, insieme al collaboratore Shibuya, qualcosa come dieci anni.

Dopo il mondo virile e palestrato di "300" Snyder si getta a difesa della figura femminile, con sincera partecipazione, forse anche troppa, visto che "Sucker Punch" a dispetto del mondo colorato e sfavillante si prende dannatamente sul serio e scivola, in particolare a inizio e fine film, in situazioni drammatiche forzate, nel tentativo di commuovere, e giustificare un'opera che riserba il suo interesse in altri aspetti. "Sucker Punch" parte in un'ambientazione anni 50, in quella che appare già come una (sub)realtà priva di dialoghi e inondata di musica, la colonna sonora martella dall'inizio alla fine cover di pezzi storici (da segnalare tra gli altri "Search & Destroy" di Stooges, "White Rabbit" dei Jefferson Airplaine, "Tomorrow Never Knows" dei Beatles), per poi oscillare dentro le altre due dimensioni create dalla mente di Baby Doll, in cui la ragazza interagisce con le compagne per progettare una fuga dal sanatorio ma per farlo devono superare diverse missioni e trovare degli oggetti.