Pacific Rim – La Rivolta

Aggiornato il Marzo 26, 2018 da Il Guru dei Film

Il secondo capitolo della saga Pacific Rim.

Pacific Rim – La Rivolta si svolge dieci anni dopo l’attacco dei mostri Kaiju, l’umanità tenta di risollevarsi e dimenticare il passato …

Tit. Originale: Pacific Rim: Uprising
Paese: USA/Cina
Rating: 8/10

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Dieci anni dopo l’attacco dei mostri Kaiju, l’umanità tenta di risollevarsi e dimenticare il passato. Il giovane Jake, figlio dell’eroe di guerra Pentecost, vive alla giornata trafficando nel mercato nero dei pezzi di ricambio robotici, in cerca di facili ricchezze e divertimento. A seguito di un arresto, Jake ha una possibilità di riscatto grazie alla sorella Mako Mori che lo include nel nuovo progetto Jaeger, come istruttore di reclute per il pilotaggio di robot giganti. Intanto una nuova minaccia incombe sulla Terra, i nemici di un tempo stanno tornando.

Si è fatto attendere cinque anni ma alla fine il sequel di Pacific Rim è arrivato, non era una questione scontata visto che il film di Del Toro non ebbe un’accoglienza calorosa. Come è noto fu solo grazie ai mercati asiatici il conseguimento del successo commerciale, in seguito e con fatica si è anche guadagnato un rispetto e status di (piccolo?) classico della fantascienza contemporanea. Una situazione che sembra ripetersi con il nuovo Pacific Rim – La Rivolta, male accolto da gran parte della critica e platee occidentali, una diffidenza ingiustificata per una pellicola che non ha particolari ambizioni se non mettere in piedi uno spettacolo pirotecnico curato e divertente. E ci riesce, a dispetto delle critiche piovute a grappolo come dei missili lanciati da uno Jeager, per restare in tema. Pacific Rim – La Rivolta, come la stragrande maggioranza dei sequel, paga il mancato effetto sorpresa e, se proprio si vuole affondare una critica veritiera, non riesce a essere innovativo come era lecito attendersi.

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Tutto il resto sono chiacchiere e illazioni, come la presunta somiglianza/resa visiva con la serie Transformers, e chi scrive certifica che non riesce a reggere più di dieci minuti i film robotici di Michael Bay. Il motivo di tale accanimento sono l’introduzione di nuovi elementi come il piccolo mecha costruito dal personaggio Amara Namani, un robot che riesce a configurarsi come una palla e roteare con una velocità inedita, non presente nel film di Del Toro. Ma il film di Steven S. DeNight supera la prova dell’impatto spettacolare dei combattimenti: sono potenti, grandiosi e distruttivi quanto basta. Si ha la sensazione di un’accelerazione dei movimenti meccanici dei robot giganti, da lì l’accostamento ai Transformers, ma la pesantezza del metallo e l’incombenza delle dimensioni dei Jeager guidati dai protagonisti ci sono e, anzi, i riferimenti primari sono serie anime come Neon Genesis Evangelion. Al contrario del film di Del Toro, gli scontri maggiori sono ripresi alla luce del sole, e prevedono anche lotte intestine come il bel duello tra il Gipsy Danger, l’iconico robot della serie entrato ormai nel cuore degli appassionati, e il contendente Obsidian Fury in affascinanti scenari come la città di Hong Kong e i paesaggi ghiacciati della Siberia.

Pacific Rim - La Rivolta

La ricomparsa dei mostri Kaiju viene trattenuta il più possibile, nonostante la prevedibilità dell’evento, e introdotta con una sotto-trama insolita che prevede la presenza di droni-robot e l’influenza maligna di uno dei personaggi del primo capitolo: il Dr. Newton Geiszler (Charlie Day). Altri ritorni sono determinati dal collega Gottlieb (Burn Gorman), i due nel primo capitolo formavano una coppia esilarante, e dall’eroina Mako Mori (Rinko Kikuchi) che appare invecchiata e posizionata nelle retrovie, ma ancora capace di spostare l’aspetto emozionale della vicenda. Non compare l’eroe maschile di Idris Elba (Pentecost), sacrificato nel finale del primo capitolo, mentre risulta disperso il personaggio Raleigh Becket di Charlie Hunnam. A sostituirli ci pensa l’emergente John Boyega (Jake Pentecost) in forma smagliante, dimenticate il Finn in sottotono visto in Star Wars: Gli Ultimi Jedi, simpatico e risoluto eroe pronto a prendere le redini della saga. Al suo fianco Scott Eastwood regge la parte del collega pilota/istruttore con sufficiente mestiere. La vera partner di Jake/Boyega resta l’adolescente Amara Namani, la giovane Cailee Spaeny, un personaggio che sembra sbucato da un anime per via dei particolari tratti somatici, con un taglio degli occhi che rimanda alle eroine manga, non solo naturale ma molto più coerente di quello inquietante e ritoccato della protagonista nel trailer dell’imminente Alita: Battle Angel.

Con Pacific Rim – La Rivolta, Steven S. DeKnight debutta alla regia di un blockbuster, dopo essersi fatto conoscere come uno dei maggiori show-runner tv di questi anni, la prima serie Daredevil è uno dei top show di Netflix, con grande disinvoltura nel gestire i ricchi effetti speciali e in sede di sceneggiatura, visto che la tensione della narrazione è buona e convincente. A lui è imputabile il torto (se così si può definire) di adagiarsi troppo sul lascito concettuale di Del Toro, con scarsa personalità, senza riuscire a sorprendere i fan del precedente Pacific Rim. Il discorso può essere ribaltato e visto come un proseguimento solido, nel solco di una saga che strizza ancora una volta l’occhiolino al pubblico asiatico: una delle protagoniste è la bella Tian Jing (The Great Wall), più defilato si vede l’attore marziale Jin Zhang (The Grandmaster). Senza dimenticare le ottime ambientazioni di Hong Kong e del grande finale, gigantesco e spettacolare, situato niente meno che sulle pendici del monte Fuji. Forse inutile dirlo: da vedere al cinema su grande schermo. Nei titoli di coda è nascosta una scena aggiuntiva. Nella speranza di un terzo capitolo.

Sciamano

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