The Fog – Nebbia assassina (2005) di R. Wainwright

Aggiornato il Maggio 21, 2008 da Il Guru dei Film

The FogTit.originale: The Fog
Paese: U.s.a.

Uno dei peggiori remake prodotti dal cinema horror americano contemporaneo. Il grande John Carpenter, autore dell'opera originale del 1980, non è esente da colpe in quanto compare come produttore della pellicola.

Una cittadina costiera dell'Oregon si appresta a commemorare i quattro padri fondatori che, nel lontano 1871, non si fecero scrupolo ad incendiare un veliero di appestati e trafugare le sue ricchezze. Ma ora i fantasmi delle vittime ritornano avvolti dalla nebbia per reclamare la loro vendetta.

Nella sciagurata corsa ai remakes di opere horror, che ha contagiato il cinema U.S.A. degli ultimi tempi, questo "[[The Fog]]" rischia di essere uno dei peggiori mai realizzati. Il regista [[Rupert Wainwright]] si è costruito un certo credito con il sopravvalutato "[[Stigmate]]" (1999), ma si dimostra l'autore meno adatto alla rivisitazione di uno dei classici più noti del maestro Carpenter ("[[La cosa]]", 1982).

Concepito sull'atmosfera inquietante e una scansione dei tempi magistrale il film del 1980 è una magnifica ghost-story paurosa e angosciante, carica di simbolismi e fascino, elementi che in questo nuovo film vengono banalizzati e svuotati di ogni significato.

Se nel film di Carpenter la minaccia resta avvolta nelle spire maligne della nebbia e solamente suggerita con brevi apparizioni di creature corrotte dagli abissi marini, il film del 2005 non esita a mostrare e spiegare ogni dettaglio sulle figure fantasma, con il risultato di scardinare ogni motivo di tensione e interesse. Il delitto architettato dai quattro padri fondatori viene descritto, con un montaggio alternato, nei minimi particolari lungo tutta la pellicola.

Un altro fattore determinante nella scarsa resa finale è l'utilizzo della computer grafica, a tratti talmente posticcia da risultare fastidiosa e poco funzionale nelle sequenze che dovrebbero risultare paurose. Anche il cast, sconfortante accozzaglia di bei faccini e personalità vicino allo zero assoluto, è terribilmente sotto tono e anche il volto interessante di [[Selma Blair]] ([[Hellboy]] 1 e 2) è coinvolto nel ruolo della DJ del faro, personaggio che nel film originale era della carismatica [[Adrienne Barbeau]] ("[[1997 fuga da New York]]").

Un film vuoto, dall'incedere scontato, con una serie di sequenze talmente girate male da lasciare basiti: imbarazzante constatare il reiterato impiego di qualche effetto sonoro ossessivo, nella vana speranza di organizzare qualche momento di terrore.

Il finale si trascina con effetti digitali di dubbio gusto e tenta qualche "trovata" che differisce dall'opera originale, ma che non provoca la minima emozione. Un film disastroso, indifendibile ed inutile.

Rating: 3/10