The Horde (2009)

Film: The Horde

Nuovo horror alla francese ambientato in una degradata banlieue con poliziotti e spacciatori uniti contro un'invasione di zombi: sangue, violenza e furore.

 

Una squadra di poliziotti ha giurato vendetta per il compagno caduto in una trappola, viene quindi organizzata una spedizione punitiva in un edificio della periferia per sorprendere una banda di sospetti. Non tutto fila per il verso giusto, i criminali sono tipi svegli ma soprattutto qualcosa di strano si agita nella notte, un movimento di urla e distruzione arriva sin nei corridoi fatiscenti del palazzo: è un'orda di uomini trasfigurati in maschere di sangue pronti a uccidere chiunque e in cerca di carne umana.

Forse non si è creata la scena horror francese auspicata nei primi anni del decennio scorso, troppo pochi i titoli usciti in seguito, resta indubbia la capacità dei cugini d'oltralpe nel sapere vendere bene i propri prodotti (lo scandalo intorno all'efferatezza del memorabile "Martyrs" per es.), insomma pochi horror ma (quasi) tutti buoni. Non fa eccezioni l'ultimo arrivato, almeno dalle nostre parti, "The Horde" che gioca la carta dello zombie-movie, ancora una volta in anticipo sul dormiente cinema horror italiano che pure avrebbe dalla sua parte trascorsi gloriosi, ormai lontani, nel filone dei non-morti-infetti ("Zombi 2", "Incubo sulla Città Contaminata", "Virus", ecc.). Tocca invece assistere a un horror francese a basso costo finanziato dalla tv di stato, cosa impensabile in Italia(!), e dalla clemenza dei numerosi fans in rete che si sono prestati a vere e proprie collette e a comparsate, come figuranti zombi (ovvio), in pratica gratis. "The Horde" non inventa nulla ma riesce a inserirsi nel solco dell'ultima ondata horror "alla francese", quindi una furibonda dose di sangue, una regia secca senza troppi fronzoli e una scelta di attori ineccepibile, da non sottovalutare quest'ultimo aspetto, con grandi caratteristi spesso sconosciuti ma sempre in grado di colmare le fasi di stanca di sceneggiatura o la mancanza di budget adeguati, caratteristica che una volta era prerogativa del cinema di genere italiano tanto per infilare il dito nella piaga. Il cast in questo caso è multi etnico e fotografa bene la realtà dura della vita di periferia delle città francesi, qui non viene specificata la località, tra sbirri con facce poco raccomandabili e gangster implacabili che non sono da meno. Tra gli attori si segnala però il veterano Yves Pignot nella parte di un vecchio reduce della guerra in Indocina, un tocco di cinema del passato (francese) che apporta un caustico humor nero, pronto a imbracciare le armi come ai vecchi tempi per fare a fette il nemico che lui scambia come i "nuovi gialli".