Aggiornato il Aprile 15, 2010 da Il Guru dei Film
Fantastica kung fu comedy ricca di sorprese per gli amanti delle arti marziali più violente.
Ah Chi si guadagna da vivere facendo il garzone di una piccola pescheria, la passione per il kung fu lo inguaia quando in una zuffa pesta di santa ragione uno degli sgherri del boss locale. Il ragazzo viene cacciato dalla palestra di arti marziali del paese, la gente non vuole avere guai, stringe quindi amicizia con un bambino dalle incredibili doti atletiche imparate dall’anziano zio, il maestro Chow Tung specializzato nella tecnica del "pugno malato della Mantide". Dopo diverse insistenze e incomprensioni Ah Chi convince il maestro a insegnargli le tecniche di combattimento, intanto nuovi screzi con gli arroganti uomini del boss portano a conseguenze inaspettate.
Verso la fine degli anni 70 il successo di "Drunken Master" (1978) infonde nuova linfa per il cinema di kung fu imponendo con forza una serie di spettacolari combattimenti uniti a un’irresistibile carica di ironia, la pellicola lancia in maniera definitiva il celebre Jackie Chan ma anche la carriera del regista-coreografo Yuen Woo Ping ("Matrix") che l’anno successivo dirige altre due pellicole, una delle quali è "Dance of the Mantis"(1979). Il regista Teddy Yip, più attivo in veste di attore caratterista (lo si vede anche nel mitico "The Killer", 1989), pensa bene di inserirsi nel filone con la pellicola "The Thundering Mantis" a prima vista una clonazione dei film di Yuen Woo Ping, in effetti gli schemi sono gli stessi se non fosse per una sorprendente vena di follia e violenza che la rendono potente, se non addirittura unica.
La storia è ambientata in un’epoca passata indefinita, potrebbe essere a cavallo della fine 800 e inizio 900, come la maggior parte dei kung-fu movies anni 70 e prevede il "solito" ragazzo amante delle arti marziali spiantato ma dai nobili sentimenti, in questo caso Leung Ka-Yan interpreta il protagonista Ah Chi: l’attore oltre a essere un eccellente atleta marziale, in seguito appare in numerosi e imperdibili film ("The Victim", "Secret Service of the Imperial Court", ecc.), si riconosce per l’inseparabile barba, poco folta ma piuttosto inusuale per gli eroi del genere gong fu. Come il Jackie Chan di "Drunken Master" il personaggio Ah Chi entra in contatto con un maestro di arti marziali non prima di alcune divertenti peripezie imperniate intorno alla figura di un bambino, il nipote del maestro, sorpreso a rubare dei pesci nel negozio del protagonista.
La prima parte è una giocosa schermaglia tra Ah Chi e il bambino, i due finiscono per diventare amici anche perché insieme devono sfuggire alle prepotenze degli uomini del boss locale che vanno in giro per il paese a pretendere il pizzo. Il piccolo si dimostra un incredibile equilibrista, dote che sfrutta per mendicare insieme allo zio, capace di roteare appeso a una corda morsa con la bocca e di eseguire delle flessioni in cima a mattoni pericolanti, il giovanissimo interprete è Wong Yat Lung notevole anche in diverse sequenze di combattimento tra le quali spicca quella in omaggio a "Drunken Master" dove ubriaco affronta tre farabutti prima di essere soccorso da Ah Chi. Il kung fu di "The Thundering Mantis" è quello della cara "vecchia scuola" senza wire-works e accelerazioni di montaggio, tutto incentrato sulle evoluzioni nude e crude dei protagonisti che a volte, effetti tipici in tutti i film dell’epoca, non sembrano toccare l’avversario coi colpi sferrati e vengono attaccati a turno seppure ridotti in minoranza. Il martial art director è uno dei più gettonati e famosi del periodo: Robert Tai ("Invincible Shaolin", "Le Furie Umane del Kung Fu", ecc.).
L’influenza di "Drunken Master" si riversa nelle impagabili sequenze di allenamento, ridotte al minimo al contrario di quanto si può pensare, con l’anziano maestro interpretato da Chin Yuet Sang ("Killer Clans") con parrucca e baffi finti divertito a impartire al nipotino e al nuovo irruente apprendista la tecnica dell’"insane fist Mantis", nome riferito all’insetto per la postura delle braccia nei combattimenti. Il felice quadretto formato dal singolare trio viene spezzato con l’apparizione del temibile capo dell’organizzazione criminale, si tratta dell’attore Eddie Ko volto familiare tra gli appassionati per avere presenziato nei leggendari "The Sword" (1980) e "Duel to the Death" (1983), che entra in scena spezzando il collo a uno stormo di sfortunati uccellini in volo nel cortile del quartiere generale.