Killer contro killer in una sfida all’ultimo sangue nelle strade di una cittadina inglese.
Ogni anno in scenari diversi si consuma una sfida illegale e sanguinosa tra i più letali assassini del mondo, un gioco al massacro organizzato da un losco trafficante …
che ha messo in piedi un giro di scommesse per una clientela miliardaria e annoiata. Questa volta il mortale torneo si volge in Inghilterra dove convergono decine di assassini pronti a uccidersi e guadagnare una posta milionaria.
Nella confusione del mercato direct to video composto da produzioni di basso profilo, può capitare di imbattersi in qualcosa di interessante, per lo meno decente, è il caso di The Tournament che resta un tipico prodotto di serie b ma fatto con ritmo e senza troppe divagazioni. Se uno cerca un action violento, diretto e schematico nell’accezione buona del termine si può accomodare e assistere a una lotta senza quartiere tra assassini eterogenei che si danno la caccia a colpi di mazzate e pallottole. L’incipit va subito al sodo, nel bel mezzo di uno scontro a fuoco alle ultime fasi, si introducono i tratti distintivi di The Tournament quali la violenza e il sangue, anzi lo splatter, visto che non si risparmia da subito un bello sparo a brucia pelo che fa saltare le cervella di un gaglioffo, a innescare il colpo letale è uno dei protagonisti, il rude e incupito Joshua Harlow di Ving Rhames.
L’attore nero che rimarrà scolpito nella memoria di tutti per l’interpretazione di Marcellus Wallace in Pulp Fiction, da tempo frequenta i gironi dell’action di serie b, come molti suoi colleghi (il caso più clamoroso è Danny Trejo, anzi stupisce non vederlo anche qui) bada più alla quantità che alla qualità per incamerare cachet più o meno cospicui, qui nel ruolo di un killer considerato un campione del torneo e in cerca di vendetta, tra i partecipanti infatti si nasconde l’assassino della giovane moglie che compare lungo il film in diversi flash-back colpita nel momento fatale. Il discorso degli attori decaduti, tranquilli che non muoiono di fame, si può estendere al resto del cast composto da altri volti noti, in primo luogo quello della bella Kelly Hu, la sexy mutante Lady Deathstrike di “X-Men 2”. L’attrice è il personaggio guida, la killer cinese Lai Lai Zhen, una sorta di anticipazione della Gina Carano vista in “Knockout- resa dei conti”, impegnata in furiosi corpo a corpo, colpi di arti marziali (contro-figurata)e in almeno un paio di occasioni in atti di strangolamento, peccato solo non averla vista prima in ruoli simili dato che la boa dei 40 anni è passata anche per lei.
Lai Lai Zhen, che scopriamo avere dei collegamenti con Joshua Harlow, divide la scena e le peripezie con un prete coinvolto suo malgrado nella caccia assassina. The Tournament sposa il trend dei reality-show, lo “spettacolo” dei contendenti è difatti restituito da decine di telecamere sparse nella città e collegate da un’unica regia gestita da un paio di nerds tecnologici ingaggiati dall’organizzazione, vengono inquadrati il giusto per delle veloci e ironiche considerazioni. Altri semplici espedienti sono: un localizzatore live-radar in dotazione a ogni concorrente/killer che permette di individuare la vicinanza degli avversari, il gadget più divertente è invece il segnalatore impiantato chirurgicamente nel corpo di ogni killer, questo per evitare fughe indesiderate e, nell’evenienza utilizzato come ordigno esplosivo, ci sarà il pretesto per vedere gli effetti molto sanguinosi (paragonabili a Scanners) a danno di alcuni malcapitati. Uno di questi segnalatori finisce (ingerito) nel corpo del prete alcolizzato interpretato da Robert Carlyle (Trainspotting), altro nome caduto un po’ nel dimenticatoio, con il compito di inserire dei divertenti momenti di alleggerimento.
Liam Cunningham (Dog Soldiers), il subdolo anfitrione Powers, intanto aizza una tavolata di miliardari scommettitori giunti da mezzo mondo davanti a un mega schermo che trasmette il torneo in atto, una bisca di lusso con hostess disponibili annesse situata in un luogo segreto. Nella parata di killer si riconosce il massiccio e atletico Scott Adkins, stella delle arti marziali che non ha mai veramente sfondato, un’apparizione fulminea nella parte di un russo paramilitare che incrocia a colpi di kung fu Lai Lai Zhen dentro una chiesa, discreta la coreografia dell’azione. Altri comprimari degni di nota sono il francese Anton Bogart, lo specialista in parkour Sebastien Foucan, capace di notevoli inseguimenti sopra gli edifici e il sadico killer texano Miles Slade (Ian Somerhalder) che ama tagliare le dita alle sue vittime. Alla regia il poco conosciuto Scott Mann dirige un action senza computer grafica, robusto e movimentato (il finale pieno di car-crash), il suo prossimo impegno intitolato Bus 657 (2015) schiera nomi come Robert De Niro, Gina Carano e Dave Bautista.
Titolo originale: “The Tournament”
Paese: Inghilerra/USA
Rating: 7/10