Aggiornato il Ottobre 13, 2011 da Il Guru dei Film
Nella lotta tra cowboys e ninja il western incontra le arti marziali. 19° sec, Estremo Oriente. Yang per divenire il più grande guerriero in circolazione ha eliminato un clan rivale tranne una bambina.
Yang si rifiuta di uccidere la piccola in fasce e decide di portarla lontano, nei nuovi territori del west americano, sino a giungere in una cittadina in rovina. L'uomo viene accolto dalla piccola comunità formata da una compagnia di saltimbanchi, conosce in particolare la giovane Lynne e l'ubriacone del paese Ron. Intanto i membri del clan di Yang lo stanno cercando in quanto traditore e per terminare la missione primaria: uccidere la bambina, l'ultimo componente del clan nemico.
Un film davvero interessante che ha tentato invano di fare breccia nel pubblico americano: "The Warrior's Way" è uno dei peggiori flop degli ultimi tempi. A quanto pare il genere classico per eccellenza, il western, unito a elementi fantasiosi, come i guerrieri ninja in questo caso, non sembra trovare riscontri se è vero che anche il recente crossover "Cowboys & Aliens" si è dimostrato un buco nell'acqua. A metà strada tra "Goemon" (2009) e "Codice Genesi" (2009) il film è una produzione proveniente dalla Nuova Zelanda, non è servito neppure lo strillo "dai produttori della trilogia del Signore degli Anelli" a evitare l'insuccesso, girato dalle parti di Auckland con un budget considerevole di 45 milioni di $. La pellicola è lussuosa, piena di effetti speciali e fondali in computer grafica che determinano una patina irreale fumettistica, esaltata da una fotografia smagliante e coloratissima, in un mix intrigante tra il cinema action asiatico e le ambizioni da blockbuster americano.
The Warrior's Way funziona nel ripercorrere le linee guida dei rispettivi generi, senza essere trascendentale riesce a fondere la malinconia del guerriero di arti marziali braccato con la violenza del vecchio west americano, gli elementi del passato che ritorna e la sete di vendetta sono ugualmente riproposti con lineare semplicità. Il film inoltre ha almeno il merito di inserire l'inedita presenza di decine di guerrieri ninja in un contesto immobile nell'immaginario, come la vecchia cittadina di frontiera del mitico Far West, arricchita con la ulteriore bizzaria scenografica di una gigante ruota panoramica in rovina. Altro punto a favore è il cast, ben affiatato che ha il protagonista nell'ombroso (sud)coreano Jang Dong-gun ( "2009 Lost Memories"), il solito eroe solitario abile nelle arti marziali che trova il conforto dell'affascinante Lynne interpretata da Kate Bosworth, da tenere d'occhio non solo per la bellezza, la ragazza lanciatrice di coltelli che nasconde un passato di sofferenza, come il personaggio Ronald del premio Oscar Geoffrey Rush, un vecchio pistolero ubriacone, al centro di alcune divertenti situazioni.
Le parti dei super cattivi sono affidate all'ottimo Danny Houston ("X-Men Le origini: Wolverine") nel ruolo di uno psicopatico colonnello, un uomo dal volto sfigurato che gira con una maschera inquietante e a capo di una banda di cowboys predoni che sembrano usciti da uno spin-off di Mad Max, mentre la ciliegina sulla torta è il capo-clan dei Sad Flutes (nome derivato dal suono della gola tranciata del nemico) interpretato dalla leggenda delle arti marziali Ti Lung ("La Mano Sinistra della Violenza") che si accompagna a un piccolo esercito di neri e silenti ninja dal volto coperto. I tre protagonisti principali, Yang, Lynne e l'anziano Ron, insieme a una compagnia di freaks tra i quali spicca il nano Eight-Ball (Tony Cox), devono affrontare una dura lotta all'interno della cittadina divenuta un vero campo di battaglia.
Piuttosto ben congegnata l'inevitabile storia d'amore tra Yang e Lynne, con l'innesto-variante del rapporto maestro-allievo e l'eroe intento a trasmettere l'arte del combattimento alla ragazza, a sua volta Yang ripercorre con alcuni flash-back la difficile eredità di guerriero appresa sotto il crudele insegnamento di Saddest Flute (Ti Lung), divenuto il suo peggiore avversario. Molto divertenti tutti gli scontri con presenti i ninja capaci di sbucare all'improvviso con balzi prodigiosi in wire-works, nel primo confronto tra Yang e i guerrieri nero-vestiti in territorio americano si denota la prerogativa di non lesinare in effetti splatter, sempre graditi in questi frangenti dagli appassionati, le riprese sono iper-prodotte con ralenti e movimenti di camera stilizzati-digitali molto vicini a quelli visti in "Goemon", non manca all'appello anche la sparatoria in bullet-time e lo sfoggio di computer-grafica anche nei dettagli (la pistola tranciata da una lama). I colpi micidiali di spada si incrociano con i proiettili della masnada di cowboys per altre scene di carneficina gustose e al sangue: quella della mitragliatrice incustodita che spara sventagliate mortali. Diretto dallo sconosciuto Snmoog Lee alla sua prima regia.
Tit. Originale: "The Warrior's Way"
Paese: Nuova Zelanda
Rating:7/10