Turistas, non prendete quel bus

Aggiornato il Giugno 1, 2007 da Il Guru dei Film

film: turistasUn horror estremo a base di amputazioni, viscere e organi estratti da persone vive, torture inimmaginabili che rielabora la leggenda metropolitana dei turisti rapiti per espiantargli gli organi.

L’horror contemporaneo ha trasformato il massacro e le amputazioni in un linguaggio di genere. Chi non è preparato a vedere organi espiantati da persone ancora vive, arti orribilmente fratturati da torture spaventose, parti del corpo strappate da morsi di animali o di uomini non può andare a vedere film come il remake di Non aprite quella porta, l’ultimo capitolo di Saw l’enigmista o Hostel di Eli Roth (nome di punta del genere) che è un po’ il modello di Turistas. Il film che rilegge in chiave splatter la leggenda metropolitana sui turisti rapiti in Brasile e ritrovati dopo qualche giorno dopo aver subito l’asportazione di un organo (la storia più battuta è quella del rene). Hostel racconta di un gruppo di insopportabili ragazzi americani che vanno in Europa a spassarsela tra coffee shop e distretti a luci rosse che, in un club di Praga, finiscono nella mani di un sadico psicopatico. Qui invece i turisti hanno qualche anno di più e hanno l’unica colpa di viaggiare su un pullman in Brasile. A causa della troppa velocità, il bus finisce fuori strada e per i poveri passeggeri comincia l’inferno. Tra le caratteristiche di genere c’è quella che la mente che concepisce e attua i massacri è mossa da una sorta di furor etico: come insegna l’Enigmista, si tortura, amputa, umilia e si estraggono viscere in nome di una morale violata e quell’inferno di sangue serve a lavare le colpe commesse. Ma pensa tu. Il problema è che nel caso di Turistas, le nostre vittime sacrificali avrebbero principalmente due colpe: essere americani e aver scelto come meta il Brasile. Gli Stati Uniti continuano dunque a sguazzare nella loro storica paranoia: esiste da sempre la tesi del grande complotto, poi c’è stata la paranoia dei comunisti, dei giapponesi, dell’Unione Sovietica, ora Al Qaeda e l’integralismo islamico. Va a finire che sbudellare la gente è una metafora dell’America di George W. Bush e del dopo 11 settembre.
Paolo Biamonte