Ultimatum alla Terra – Klaatu è diventato ecologista

Aggiornato il Dicembre 12, 2008 da Il Guru dei Film

Film: Ultimatum alla TerraNel remake del capolavoro di Robert Wise, l’alieno-Keanu Reeves sbarca sulla Terra non più per avvertire del pericolo nucleare ma per salvare il pianeta dall’inquinamento umano.

Ultimatum alla Terra è un classico. Non per niente il film diretto nel 1951 da Robert Wise e tratto dal romanzo Addio al padrone di Harry Bates dal 1995 è custodito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Come buona parte dei film di fantascienza dell’epoca, anche Ultimatum alla Terra era basato sulla paranoia da Guerra Fredda, la paura dell’alieno era la paura dei comunisti e la minaccia del nucleare non era altro che la metafora della precarietà dell’equilibrio del terrore tra Occidente e blocco sovietico. La grandezza del film di Wise sta nell’aver raccontato la vicenda dall’ottica dell’alieno – venuto sulla Terra proprio per avvertire l’umanità dell’imminenza del pericolo – e nel non aver assegnato la responsabilità del rischio nucleare solo ai cattivi comunisti ma all’umanità.

Nell’era del remake, era difficile immaginare che un classico come questo non tornasse sugli schermi. Il fatto è che dopo il dissolvimento del blocco sovietico la minaccia di un attacco atomico non esiste più e dunque si imponevano dei cambiamenti alla trama. Così ora l’alieno Klaatu-Keanu Reeves arriva atterrando a Central Park di New York (e non più a Washington) insieme al robot-gigante Gort con l’incarico di salvare il Pianeta. Il problema però è che per farlo hanno intenzione di distruggere l’umanità che con la sua furia consumistica sta avvelenando la Terra fino a portarla sull’orlo della fine. Toccherà alla bellissima scienziata Helen Benson-Jennifer Connelly, con l’aiuto del suo mentore, il professor Barnhardt-John Cleese (il personaggio che nell’originale somigliava a Einstein) di convincere Klaatu e soprattutto il robot, che nella nuova versione sembra una versione kolossal della statuetta di un Oscar, che in fondo l’essere umano è davvero capace di non autodistruggersi (sarà così davvero?). I personaggi che rimangono immutati nella loro ottusa chiusura sono i militari e i rappresentanti del Governo. Klaatu chiede invano di incontrare i grandi della Terra per trasmettergli il suo messaggio, i militari tentano di risolvere la questione come in Irak: con le armi, ignorando il fatto che può esserci sempre un robot più forte dei loro intelligenti ordigni di distruzione.

 

Film: Ultimatum alla Terra

 

Come è ovvio che accada a un remake fatto a più di 50 anni dall’originale, la gran parte del pubblico che lo vedrà non ha visto e, probabilmente neanche conosce il film di Wise, quindi, in un certo senso, la questione delle differenze e dei paragoni ha un senso relativo. Ammettiamolo: è un fatto che riguarda specialisti e appassionati. Negli Anni ’50 un’astronave che atterrava a Washington già era un fatto sconvolgente, figuriamoci un robot che con un raggio annientava qualunque arma fosse in vista e che era capace di ridare la vita all’alieno in missione. Il concetto di effetti speciali era per il pubblico una roba da fantascienza. E sostenere che i cattivi non erano solo i marziani-comunisti era un messaggio messianico. Oggi gli alieni sono nelle nostre città, più che delle bombe atomiche si ha paura di zingari e romeni, le astronavi, i robot sono normali giocattoli e gli effetti speciali pane quotidiano per i consumatori di giochi da consolle. Quanto al rispetto per l’ambiente qui in Italia se ne fa una questione di soldi con la comunità europea. Dunque prendiamo il nuovo Ultimatum alla Terra per quello che è: un divertimento con un messaggio ambientalista che speriamo sia più efficace della campagne per la raccolta differenziata.
Paolo Biamonte