Venerdi 13: Weekend di terrore (1982)

Aggiornato il Aprile 30, 2009 da Il Guru dei Film

Film: Venerdi 13: Weekend di terrore (1982)Il terzo capitolo della saga slasher “Venerdi 13” impone l’iconografia di un boogeyman destinato a mietere ancora vittime e successi commerciali: Jason Voorhess.

Il pazzo omicida Jason è ancora vivo e si aggira indisturbato nelle zone circostanti Cristal Lake, a farne le spese sono una coppia proprietaria di un negozio di alimentari. Intanto Dana e i suoi amici arrivano incuranti del pericolo per trascorrere una tranquilla vacanza in un campeggio vicino ma prima devono affrontare una banda di motociclisti che li ha presi di mira. Jason, senza distinzioni, comincia una strage senza fine.

Il terzo capitolo della prolifica saga scaturita dal successo di “Venerdi 13” (1980) è diretto da Steve Miner, il regista che aveva debuttato alla regia nel pregevole precedente episodio ( “L’assassino ti siede accanto“, 1981) dedicato alle gesta dell’informe Jason in quella occasione mascherato con un sacco di tela. “Weekend di terrore” prosegue sui canoni stabiliti sin dal primo film di Sean Cunningham, con una sceneggiatura ridotta all’osso e una caratterizzazione dei personaggi a dir poco superficiale. Probabilmente la maggiore attenzione è rivolta alle riprese tecniche per favorire la visione stereoscopica in 3D, il sistema di proiezione tornato in voga in quegli anni, che prevede l’impiego di occhialini utili a creare la profondità degli oggetti scagliati verso lo spettatore per un maggiore realismo. Vista senza questi accorgimenti la pellicola presenta numerose situazioni poco godibili di inquadrature in primo piano di mazze, yo-yo, oggetti contundenti vari, ecc.

I 5 minuti iniziali di “Weekend di terrore” si perdono nel replicare il finale del film precedente, si prosegue con un duplice omicidio che viene tirato anche troppo per le lunghe, un pò come la prima noiosa ora della pellicola che serve per presentare gli stereotipi-viventi carne da macello: l’immancabile sfigato cicciottello, una coppia di mezzi hippy amanti della marjuana, un paio di sgallettate niente male, due ragazzotti ben piazzati e l’eroina-protagonista, l’attrice Dana Kimmel. Forse per creare un diversivo si è pensato bene di inserire una banda di teppisti-motociclisti, due neri e un bianco che denota il malcelato cripto-razzismo tipico dello slasher, finiti presto nelle grinfie di Jason con esiti prevedibili: due vengono infilzati con un forcone mentre un altro viene massacrato di botte.