Voglio la testa di Garcia (1974)

Aggiornato il Luglio 29, 2010 da Il Guru dei Film

Voglio la testa di GarciaIl leggendario action-western diretto da Sam Peckinpah sulla contesa di una testa mozzata.

Messico, anni 70. Alfredo Garcia ha messo incinta la figlia del ricco possidente El Jefe. Per cancellare l’onta subita il magnate promette una ricompensa di un milione di dollari a colui che gli porterà la testa di Garcia.

L’avventuriero Benny, nel paese per sbarcare il lunario, viene a sapere che l’uomo che tutti stanno cercando è morto in un incidente stradale, decide quindi insieme alla sua donna di partire alla volta del cimitero in cui è sepolto per trafugarne il cadavere. Sembra un lavoro facile, ma scopre ben presto che troppi uomini sono sulle tracce di Alfredo Garcia.

Film diretto dal Maestro Sam Peckinpah dopo l’eccezionale "Pat Garrett & Billy The Kid" (1973) e prima del sorprendente "Killer Elite" (1975), un western di ambientazione "moderna" nel Messico degli anni 70 ridotto nella miseria più spinta, in cui un’umanità sconfitta vive repressa nel silenzio. Lo stesso Peckinpah ha definito il film "suo al 100%", il regista ha per la prima volta il controllo totale del final cut e si vede, non compare un solo personaggio positivo e risulta inutile trovare consolazione di qualsiasi sorta: pessimismo e violenza delineano un quadro sconfortante regolato solo dalla corruzione e l’utilizzo indiscriminato del potere. Anche il Benny del monumentale Warren Oates ("Il mucchio selvaggio", "In corsa con il Diavolo"), uno degli attori preferiti di Peckinpah, è un "gringo" che vive alla giornata, pronto a cogliere un’occasione per uscire dal suo stato prossimo all’accattonaggio, la prima volta che lo vediamo è nascosto dietro a un paio di occhiali da sole enormi, mentre strinpella vecchie canzoni al piano di uno scassato bar per bifolchi turisti americani, proprio due di questi avventori lo informano della ricerca di un certo Alfredo Garcia, il protagonista ancora ignora che i due sono killer prezzolati, gente spietata che picchia una ragazza del locale di Benny.

Le donne nelle storie di Peckinpah sono quasi sempre vittime sacrificali, si pensi a "Cane di paglia" (1971), da questo film viene ripresa una scena di violenza carnale, anche questa volta dai tratti ambigui visto che Elita (la messicana Isela Vega, spesso ripresa a seno nudo), la compagna di Benny , dopo una prima resistenza sembra accettare la violenza dello stupratore hippy interpretato da Kris Kristofferson, altro fedelissimo del regista ("Pat Garrett & Billy The Kid", "Convoy"), una bellissima e prolungata sequenza, non collegata alla faccenda di Garcia, che denota la famelica brama della razza umana. Nel prologo sembra di essere nel vecchio west, in una terra di confine, del resto il Messico non è mai del tutto uscito dalla dimensione contadina ancora controllata da pochi proprietari terrieri, come El Jefe (Emilio Fernandez, l’indimenticabile spietato generale de "Il mucchio selvaggio") i suoi scagnozzi rancheros armati di fucili e pistole però non hanno nulla di romantico, sono solo altre pedine da muovere a piacimento. E’ naturale quindi parteggiare per Benny, nonostante le sue inclinazioni violente e di tornaconto personale, il protagonista si trova presto in un mondo di lupi famelici che egli tenta di contrastare con furbizia e un’abilità nelle armi sviluppata anni addietro come militare.