Watari Ragazzo Prodigio (1966)

Aggiornato il Gennaio 21, 2010 da Il Guru dei Film

 

Film: Watari

Il piccolo Watari è interpretato alla grande da un ragazzino che sembra sbucato, per davvero, da un manga con il suo ciuffo cadente che gli copre un occhio, idem dicasi per il nonno, un personaggio tipico della fantasia di Sanpei Shirato, senza una gamba sostituita da una protesi-stampella in legno e un taglio di capelli simile a quello del nipote. Il film è una produzione Toei, quindi con un largo utilizzo di teatri di posa ed effetti speciali-vintage deliziosi, la sensazione di assistere a un cartone animato vivente è continua e iperbolica grazie alla voglia di stupire degli autori, intenti a ingegnare sequenze sempre più mirabolanti dal gusto ultra-pop (del resto erano i favolosi anni 60…). Watari entra nelle prime scene munito di un flauto che suona con delicatezza, una situazione must per decine di anime-manga, il preludio degli scontri con numerosi e temibili guerrieri dalla pelle colorata (rossa, blu, verde) muniti di armi assurde e animali trasformati in mostri giganteschi per mezzo di incantesimi, si veda la bella sequenza del micio gigante.

Per i tempi risulta innovativa la tecnica della sostituzione dei fondali in cui interagiscono gli attori, in particolare Watari è al centro di momenti action (appeso a liane, in corse prodigiose, ecc.) riprodotti con l’idea di ricreare il dinamisco delle tavole anime, e ci riesce con accorgimenti che oggi sono, ovvio, superati ma ancora pieni di fascino. In diverse sequenze si possono invece notare dei veri e propri inserti di animazione, disegnati su pellicola, che interagiscono con i personaggi, un buon esempio è il combattimento con il maestro che lancia un’orda di farfalle colorate contro il piccolo Watari. La regia è sempre attenta nella scelta delle inquadrature e nel montaggio, per restituire quel senso di incredulità necessario a riprendere personaggi e animali trasformati in giganti disseminati lungo la pellicola.

Il mondo dei ninja ritratto è spietato, l’obbedienza al proprio padrone é il primo comandamento di ogni ninja che si rispetti, ma quando é proprio la guida principale a essere corrotta inizia una lunga disputa di sangue che sembra avere in comune la sinistra figura di Yoko, il vice del castellano Momochi Sandayu. Tra i ninja più bizzarri svettano i 6 ninja superiori, un manipolo di guerrieri dalla pelle colorata, tra cui anche una donna letale, capaci di trasformazioni e incatesimi assortiti che Watari affronta con la determinazione di un eroe consumato (un grande!), il ragazzo prodigio si concede anche un’apparizione mascherato da vero ninja, sempre con l’inseparabile scure assicurata sulla schiena, in un confronto con decine di ninja nemici all’interno di un castello.

Non mancano alcune parentesi dedicate ai più piccini, notevole la sotto-trama dell’amicizia tra Watari e il ragazzo-istruttore Kazura incontrato in una scuola di ninja in fasce: gli allievi hanno un’età media di 5 anni!. Per coronare l’incontro arriva improvvisa una sequenza gioiosa di canti e balli, uno dei momenti della pellicola in cui risuona la canzoncina contagiosa dedicata a "Watari", sotto i riflessi di un arcobaleno creato dalla magia del piccolo ninja. Il dramma comunque é sempre dietro l’angolo, la vicenda si fa sempre più dura sino a un duello finale nei pressi di un campo dall’erba alta con al centro un enorme tronco, sopra il quale vengono sferrati i colpi decisivi. Grande film di ninja diretto da Sadao Nakajima con ottime scenografie e interpretazioni convincenti, anche nei ruoli secondari, che si può definire un vero tesoro nascosto. Imperdibile il dvd italiano.

Tit. Originale "Watari the Ninja Boy"(intern.)
Paese: Giappone
Rating: 8/10