Wolfman (2010)

Aggiornato il Febbraio 25, 2010 da Il Guru dei Film

WolfmanLussuoso remake per il ritorno in grande stile di uno dei leggendari mostri della Universal: L’uomo lupo.

 Inghilterra, 1880. Dopo una lunga assenza Lawrence Talbot fa ritorno a casa per la tragica scomparsa del fratello, morto a seguito di una brutale aggressione, avvenimento che non piega la freddezza dall’anziano padre, il ricco tenutario Sir John Talbot. Lawrence incontra la fidanzata del fratello, Gwen, sconvolta e in cerca di conforto, la ragazza non crede che la morte del promesso sposo sia casuale, nella zona infatti sono avvenuti misteriosi fatti di sangue. Nel corso di una notte di luna piena Lawrence si ritrova coinvolto nell’attacco di una bestia feroce e rimane ferito, un segno che non tarda a manifestare i suoi influssi malefici narrati nelle leggende più sinistre.

A conti fatti i danni sono stati limitati e il travaglio produttivo di "Wolfman" si può ritenere proficuo, merito in gran parte del professionale Joe Johnston arrivato in cabina di regia solo in un secondo momento, in sostituzione di Mark Romanek ("One Hour Photo") entrato, si dice, in rotta di collisione con la star Benicio Del Toro. Johnston risulta il nome giusto per gestire una pellicola dal budget importante, il regista di "Jurassic Park III" e "Hidalgo oceano di fuoco" riesce a tamponare le falle di una sceneggiatura rimaneggiata e poco plausibile nonostante l"ossatura" originale di Curt Siodmak, molti passaggi infatti risultano poco chiari, in particolare il rapporto tra Lawrence e la bella Gwen, e le forzature sono dietro l’angolo.

Sono passati circa 70 anni da "L’uomo lupo" (1941) di George Waggner, un classico degli Universal Monsters (Dracula, Frankestein, L’uomo invisibile, Il mostro della laguna nera) che ha spianato la strada per decine/centinaia di pellicole incentrate sulla licantropia, anche in questo scorcio di primo millennio non sono mancati alcuni interessanti esempi di uomini-lupo come le serie "Ginger Snaps", horror di tendenze indie con protagonista una coppia di sorelle, e "Underworld", una saga influenzata dal nuovo corso action post-matrix che narra la lotta secolare tra licantropi e vampiri. Il nuovo remake "Wolfman" deve quindi confrontarsi non solo con l’originale ma anche con opere recenti, la pellicola di Johnston riesce in entrambi i casi a non soccombere puntando tutto sull’aspetto tecnico e una ricercata cura nelle scenografie che non disdegnano numerosi ritocchi in computer grafica, una scelta indovinata.

"Wolfman" è prima di ogni cosa un film gotico, l’ambientazione vittoriana del fine 800 inglese si sposa alla perfezione con la vicenda, uno spostamento temporale verso il passato di alcuni decenni rispetto al film originale, come se non bastasse si può riconoscere un curioso e gradito "in jokes" nel personaggio interpretato da Hugo Weaving (l’agente Smith della serie "Matrix"), l’ispettore Frederick Abberline, ossia colui che ha dato la caccia niente meno che a Jack "Lo squartatore" e al centro di altre trasposizioni filmiche come "From Hell" (2001), dove a impersonarlo è Johnny Depp.