Aggiornato il Aprile 28, 2011 da Il Guru dei Film
Un gruppo di marines in lotta contro gli alieni nella devastata Los Angeles.
Per difendere Los Angeles da un misterioso attacco terroristico serve ogni uomo disponibile, il sergente Nantz si vede cosi sospendere il congedo dal servizio militare. L'esperto soldato viene affiancato ad un gruppo di giovani marines, il loro compito è incunearsi nei sobborghi della città per recuperare eventuali superstiti nel caos di fuoco e distruzione provocato da una minaccia giunta dal cielo. Il manipolo di marines scopre presto che il nemico non è di questa terra, sono alieni, sono armati e non fanno prigionieri.
Uno dei "guilty pleasure" in fatto di cinema per il regista John Carpenter, notoriamente poco tenero con la parte più reazionaria del suo paese, si intitola "Berretti Verdi" (1968), ha per protagonista John Wayne, ed è un goffo tentativo di propaganda bellica contro i vietcong (e tutto quello che stava loro dietro), nel film c'è anche la tragicomica e fulminante battuta del mitico attore a un bambino vietnamita: "Figliolo, è per te che combattiamo questa guerra". Una piccola introduzione questa, nel tentativo di eludere la tendenza nel prendere troppo sul serio la retorica militarista di "World Invasion", talmente sfrontata da raggiungere livelli sublimi di parossismo, anche per questo innocua e (quasi) divertente: incredibile per senso del ridicolo la scena del ricordo dei compagni caduti (con numero di matricola citato a memoria) da parte del sergente Nantz, un Aaron Eckhart (“Il Cavaliere Oscuro”) in uno dei ruoli meno sfaccettati e più temerari in carriera, degno di un Chuck Norris anni 80. La fantascienza incontra il combat-movie e l'occasione è buona per rendere gloria al corpo dei marines, agli uomini di valore, sempre pronti a correre in difesa del proprio paese.
In poche parole, più Hollywood si sforza di dare un volto umano, eroico delle truppe militari, più ci si allontana dalla verità (realtà), ma in un'avventura di fantascienza come quella di "World Invasion" calza benissimo, non potrebbe essere altrimenti, per convergere l'attenzione sul vero nodo focale della pellicola, lo scontro tra soldati di terra e alieni, e da questo punto di vista lo spettacolo non manca e viene profuso dopo pochi minuti di presentazione dedicati ai protagonisti. Le riprese seguono lo stile reality in voga da ormai diversi anni, a dir la verità non tutti se lo possono permettere (Greengrass compreso), le inquadrature sono oblique, gli zoom si susseguono, le immagini spesso tremolanti, il montaggio fagocita tutto in un vortice di frammenti che a qualcuno potrebbe fare venire il mal di testa però, miracolo (?), in un ambito di guerra urbana la tecnica è perfetta, molti hanno visto anche dei rimandi al "Black Hawk Down" di Scott, qui però si aggiunge un'estetica video-game spezzata e asfissiante presa da killer application alla "Call of Duty".