Zatoichi Meets the One Armed Swordsman (1971)

Aggiornato il Febbraio 23, 2015 da Il Guru dei Film

L’incontro tra lo spadaccino cieco Zatoichi e il cavaliere errante cinese senza un braccio One Armed Swordsman.
Wang Kong è giunto in Giappone dalla Cina per recarsi in un tempio di arti marziali. Sulla strada incontra una famiglia di connazionali, un uomo con la moglie e il figlioletto, felici di accompagnarlo a destinazione …

Nel tragitto il gruppo si imbatte in una processione sacra in onore dello Shogun, l’usanza prevede che tutti si devono prostrare al suo passaggio. Il bambino della coppia incurante insegue un aquilone sino a sbattere nei piedi dei samurai che aprono il corteo, i guerrieri inflessibili sguainano le spade per punire il piccolo ma la madre accorre implorante in sua difesa, le lame feriscono a morte la donna, Wang Kong interviene a sedare lo scontro mentre i samurai compiono una strage uccidendo tutti i testimoni a bordo della strada, il padre ferito fugge con il bambino, anche Wang Kong a stento riesce a darsi alla macchia. Nelle vicinanze intanto si aggira Zatoichi, lo spadaccino cieco…..

A prima vista malfermo, il viandante cieco Zatoichi nasconde nel bastone una lama all’occorrenza sfoderata con una maestria che lo rende uno dei più micidiali combattenti della storia del cinema, questa volta è impegnato nel confronto con un avversario straniero, un valoroso guerriero giunto dalla Cina. La pellicola è il 22° capitolo (!) della storica serie Zatoichi, un crossover che segue quello dell’anno precedente intitolato Zatoichi meets Yojimbo in cui lo spadaccino cieco si incrociava con il samurai di Toshiro Mifune. In Zatoichi meets the One Armed Swordman lo Zatoichi di Shintaro Katsu incontra l’icona del wuxiapian cinese Jimmy Wang Yu nella parte del cavaliere errante monco di un braccio, figura divenuta celebre dopo i film di successo “Mantieni l’odio per la tua vendetta” e “La sfida degli invincibili campioni”, diretti da Chang Cheh a Hong Kong sul finire degli anni 60. Uno scontro tra due leggende delle arti marziali che diviene il confronto tra culture e tecniche di combattimento differenti.

Siamo al cospetto di una co-produzione tra Hong Kong e Giappone in cui prevale in modo preponderante la componente nipponica, sia nel cast tecnico/artistico che nel dare maggiore risalto al personaggio di Zatoichi, il padrone di casa è lui, per non parlare dell’ambientazione, posta nel tipico Giappone dei samurai nel Periodo Edo. Jimmy Wang Yu nel ruolo di Wang Kong/One Armed Swordsman non sfigura, il portamento è quello fiero dell’eroe, negli scontri sfodera i caratteristici balzi visti nei film precedenti, lo vediamo sempre con un costume nero e, in una occasione, l’attore scioglie i capelli in una lunga chioma inedita per il personaggio. Intorno al passato di Wang Kong si conosce poco, non viene spiegata la causa dell’arto mancante e nemmeno l’utilizzo di una spada spezzata, tutte nozioni descritte nei film cinesi, la questione non intacca più di tanto la vicenda che prende subito una piega drammatica per l’eroe, braccato in terra straniera.

Alla regia lo specialista Kimiyoshi Yasuda (Daimajin) dirige il quinto dei sei film in carriera dedicati alla serie Zatoichi, un capitolo che pur risultando estemporaneo e unico rientra nei canoni delle avventure dello spadaccino cieco, ancora una volta interpretato dall’insostituibile Shintaro Katsu, come al solito irresistibile nel suo incedere da viandante innocuo che si trasforma in implacabile assassino. Molto belli alcuni scontri che lo vedono protagonista opposto a svariati avversari, tra gli altri una banda di yakuza, decine sono i corpi freddati dai fulminanti colpi di lama. I due eroi hanno modo di incontrarsi quasi subito a inizio film, nasce una diffidenza che non si attenua nel corso della storia, anche per colpa delle difficoltà linguistiche (molto divertente il dialogo sulla pronuncia cinese per dire “grazie”). Zatoichi intuisce che in quell’uomo giunto dalla Cina c’è del buono, del resto si prodiga a portare in salvo un bambino, ma gli eventi e gli equivoci fanno precipitare tutto.

I protagonisti sono affiancati da due personaggi femminili per altrettante sotto-trame,  Wang Kong incrocia una ragazza che ha perso i genitori uccisi dai suoi stessi inseguitori, Zatoichi invece se la intende con una prostituta della zona. L’incomprensione tra i due guerrieri menomati, nonostante l’ammirazione reciproca per la forza nel combattere, è il preludio a un duello finale che ha il sapore del western, per via della bella colonna sonora di Isao Tomita e la polverosa location di una cava, un confronto consumato in pochi drammatici minuti con i due contendenti stremati e feriti. Del finale di Zatoichi meets the One Armed Swordsman si è parlato molto dato che esistono due versioni differenti: quello più famoso e diffuso prevede la vittoria di Zatoichi, l’altro che si presume creato per il pubblico cinese vede prevalere Wang Kong. A suo modo un classico, inedito in Italia come la stragrande maggioranza dei film di Zatoichi.

 

Tit. Originale: Zatoicihi meets the One Armed Swordsman (Intern.)
Paese: Giappone/hong Kong
Rating: 8/10