12 Anni Schiavo

Aggiornato il Febbraio 19, 2014 da Il Guru dei Film

twelve yearsIl regista Steve McQueen, basandosi su una storia vera, racconta il dramma della schiavitù nel film vincitore del Golden Globe e candidato a ben 9 premi Oscar.

 

Solomon Northup, un nero nato libero, fu rapito a Washington nel 1841, e fatto schiavo per dodici anni: le sue memorie furono pubblicate per la prima volta nel 1853 (e oggi vengono riproposte in libreria dalla Newton Compton), rivelando al pubblico i retroscena drammatici dello schiavismo.

Da questa incredibile vicenda, trae spunto il lavoro di Steve McQueen (Hunger, Shame) che affida il ruolo del protagonista a Chiwetel Ejiofor, a Michael Fassbender quello del perfido proprietario di schiavi Edwin Epps e a Brad Pitt (produttore del film) una piccola ma decisiva partecipazione nei panni di un abolizionista canadese.

Un cast notevole arricchito da altri nomi importanti, Paul Giamatti su tutti, e che rivela soprattutto il talento della giovane ed esordiente Lupita Nyong’o, davvero straordinaria.

La storia, come è facile immaginare, è densa di contenuti a forte impatto emotivo anche se i temi di base – la violenza, i soprusi, la negazione di ogni dignità umana, il brutale commercio di uomini, donne, bambini, in una parola – la schiavitù – sono tristemente noti anche nel mondo del cinema e della “fiction”.

Basta citare al riguardo il memorabile sceneggiato tv ‘Radici’ oppure, per restare in ambito strettamente cinematografico, l”Amistad’ di Steven Spielberg, solo per fare alcuni esempi.

 

 

 

 

twelve years

 

 

Nel caso di ’12 anni schiavo’, c’è però un aspetto diverso che ha colpito l’attenzione del regista e lo ha spinto a realizzare il film.
McQueen, infatti, era interessato ad affrontare il tema dal punto di vista di un uomo che aveva conosciuto sia il bene della libertà che l’ingiustizia della schiavitù. “Volevo fare un film sullo schiavismo, ma non sapevo da che parte cominciare”, ha dichiarato McQueen. “Mi piaceva l’idea di partire da un uomo libero, come tanti di quelli che vedranno il film al cinema, un qualsiasi padre di famiglia che viene rapito e ridotto in schiavitù”.

In quest’ottica, tutte le sofferenze passate dal protagonista durante i 12 anni di prigionia, assumono una forza drammaturgica ancora più lacerante nella stridente contraddizione tra Stato di Natura dell’essere umano e Stati di barbarie disumani.

Chiwetel Ejiofor regge bene il peso di un ruolo così impegnativo con una recitazione intensa, generosa e in qualche modo elegante che premia la scelta del regista.

Il film, già vincitore ai Golden Globe, ha fatto incetta di nomination per l’edizione 2014 degli Oscar: è infatti candidato in 9 tra le principali categorie tra cui Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Attore protagonista (Chiwetel Ejiofor), Migliore Attrice non protagonista (Lupita Nyong’o), Miglior Attore non protagonista (Michael Fassbender).

 

Paolo Piccioli

 

 

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