Aggiornato il Novembre 19, 2009 da Il Guru dei Film
"2012" amplifica le caratteristiche di Emmerich che vogliono la retorica nazionalista (americana) e i siparietti patetici alternati a tellurici momenti di devastazione pura, un cliché irrinunciabile per i film del regista che hanno, al momento, raggiunto un equilibrio e accettabile "sobrietà" nel sotto-valutato "L’alba del giorno dopo" (2004) che resta la sua migliore opera. I meriti di "2012" sono quelli di innescare una serie di sequenze gigantesche mai viste prima su schermo, e per il genere catastrofico non è poca cosa, apprezzabili solo con una massiccia sospensione d’incredulità: i personaggi di contorno sono innumerevoli ma al centro dell’attenzione compare il nucleo famigliare (allargato) del protagonista Jackson Curtis, un sempre bravo John Cusack, che fugge tra mille peripezie a eruzioni esplosive degne dei funghi atomici nucleari e terremoti che aprono voragini profonde chilometri. La scena della fuga in macchina e il successivo volo in aereo, tra le macerie di una Los Angeles squassata da un sisma inaudito, può essere lo spunto per la prossima attrazione di un parco-divertimento: la sensazione é difatti quella di stare su un ottovolante. Peccato che Emmerich si innamori di questo momento e lo riproponga almeno altre due volte nel corso del film con minime variazioni.
La ripetizione degli eventi e l’estenuante galleria di stereotipi sulla varia umanità coinvolta minano l’integrità di un film che raggiunge pachidermico le due ore e mezza di durata: i russi ricchi sono dei criminali e le loro compagne donne di facili costumi, gli italiani (premier incluso!) da bravi cattolici pregano a S.Pietro, inquadratura d’obbligo per il carabiniere (sennò non sembra di stare in Italia per gli americani), i cinesi sono esseri buffi con vestiti pittoreschi, gli indiani idem devono avere un aspetto molto esotico, ovviamente le autorità degli Stati Uniti sono rappresentati da un presidente in odore di santità, è il simpatico attore Danny Glover purtroppo ormai invecchiato, con l’ombra di Barack Obama sulle spalle. Da questo punto di vista "Deep Impact" era in anticipo con coraggio sui tempi mostrando il presidente nero di Morgan Freeman. Fa pensare che l’unico personaggio che dice cose sensate, Carl Anheuser (Oliver Platt), venga fatto passare come il cinico della situazione, il bravo Chiwetel Ejiofor ("Redbelt") è il ricercatore scientifico Helmsley che gli si contrappone con slanci ridondanti al culmine di scene molto spesso ridicole ma sempre apprezzate al cinema.
Forse Emmerich conosceva in anticipo la distruzione della Torre Eiffel in "G.I. Joe La nascita dei Cobra" (2009), quindi si concentra sulla demolizione del cupolone di S.Pietro con la cappella Sistina crepata nel contatto tra Adamo e Dio che fa correre un vero brivido lungo la schiena, altre immagini di distruzione notevoli riguardano il Cristo di Rio De Janeiro che si frantuma in pezzi e Washington nei pressi della Casa Bianca sommersa da un’onda Tsunami di centinaia di metri d’altezza, talmente poderosa da scaraventare la portaerei John Fitzgerald Kennedy sopra la città.
Il mondo subisce lo spostamento della crosta terrestre e l’innalzamento delle acque con conseguenze (in)immaginabili, l’unica salvezza sono delle enormi navi super-tecnologiche che piacciono per l’accattivante design (una novità per Emmerich, si pensi alle orrende astronavi di "Indipendence Day"), sono l’ultimo baluardo concesso a pochi eletti in grado di sborsare cifre folli per un posto nel nuovo mondo composto da ricchi e personalità eminenti, anche una selezione di opere d’arte e animali completa una versione hi-tech dell’arca di Noé. Nel corso del film c’è anche lo spazio del personaggio dj-pazzo, con l’aspetto da hippy ovvio, interpretato da Woody Harrelson che presenta un video-animato sulla distruzione della terra che è forse, per paradosso, il momento più divertente di "2012"(!). Finale acquatico nei pressi dell’Everest!
Tit. originale: "2012"
paese: USA
Rating: 6/10