28 Settimane Dopo (2007) di J. C. Fresnadillo

Aggiornato il Ottobre 4, 2007 da Il Guru dei Film

28 Weeks LaterTit. originale: 28 Weeks Later
Paese: U.K./Spain

Sequel del fortunato "[[28 giorni dopo]]" di [[Danny Boyle]], ambientato ancora in Inghilterra, diretto da una giovane promessa del cinema spagnolo. Un abile mix di azione e paura.

Dopo sei lunghi mesi l’Inghilterra, decimata nella popolazione, tenta di riprendersi dalla piaga di un virus devastante che trasformava gli uomini in esseri rabbiosi assetati di sangue. L’esercito americano, unica superpotenza in grado di gestire la situazione, si incarica del rientro dei sopravvissuti nel paese. I profughi vengono radunati a Londra, nel tentativo di riformare le famiglie e iniziare una nuova vita; ma il virus, a dispetto dei controlli sanitari, non è ancora debellato e non tarda a scatenare un nuovo e virulento contagio.

Non erano in pochi a nutrire dei dubbi intorno alla scelta di affidare il sequel di "28 giorni dopo" (2002), a [[Juan Carlos Fresnadillo]]; del resto il giovane regista spagnolo aveva in attivo un solo film, "[[Intacto]]" (2001), un atipico e interessante thriller giocato sui beffardi scherzi del destino.

Eppure l’operazione, alla luce di quanto visto, appare azzeccata. E’ stato lo stesso Danny Boyle a dare il beneplacito alla "successione": il regista di "[[Trainspotting]]" ha cercato difatti un autore in possesso di stile e visioni differenti, in grado di donare una nuova prospettiva alla saga degli "infetti".

Con a disposizione un budget di produzione più consistente rispetto al film originale, Fresnadillo si destreggia a proprio agio, tanto da mostrare nei primi tesissimi dieci minuti di pellicola il suo valore, in un’immersione frenetica e angosciante nelle campagne inglesi infestate dal virus, un anticipo terrorizzante di quello che attende lo spettatore.

Il realismo della vicenda, accentuato da un taglio quasi documentaristico, risulta vincente: da questo punto di vista gli attacchi degli "infetti", brutali e incontrollabili, sono ripresi con immagini ravvicinate e concitate che ben trasmettono il senso di assedio e paura.

Anche il tasso di splatter sembra aumentato in questo sequel: difficile non rimanere impressionati davanti a certe efferatezze a base di occhi incavati, teste che esplodono, cadaveri tranciati, ecc. Da segnalare un’incredibile sequenza, curiosamente replicata in "[[Planet Terror]]" di [[Robert Rodriguez]], con un elicottero che stermina degli "infetti" a colpi di pale rotanti.

Tra gli attori spicca il nome di [[Robert Carlyle]] ([[Trainspotting]], [[L’insaziabile]], ecc.), che interpreta Don, un sopravvissuto che si ricongiunge con i due figli in un confronto che si rivelerà drammatico. [[Rose Byrne]] ([[Sunshine]], [[Marie Antoinette]]) è invece un maggiore dell’esercito U.S.A che insieme al marine Doyle ([[Jeremy Renner]]) tenta un’estrema soluzione per evitare il contagio.

Il film di Fresnadillo è, se possibile, ancora, più anti-militarista del precedente "28 giorni dopo", mostrando appieno l’ottusità e le brutalità delle forze armate di fronte alle emergenze: nella sequenza del bombardamento al napalm su Londra non sembrano lontano gli echi di "[[Apocalypse Now]]".

Un film sulla fuga che, soprattutto nella seconda parte, non concede tregua, e gli eventi si susseguono travolgenti, tanto che anche in fase di sceneggiatura qualcosa si è perso per strada: un difetto della pellicola è senz’altro riconducibile a certe leggerezze, come alcune grossolane sequenze di raccordo che risultano implausibili.

Ma nonostante tutto "28 Settimane Dopo" è la prova che anche un sequel può raggiungere i livelli dell’opera originale, e, in questo caso, forse, anche a superarlo. Da non perdere.

Rating: 8/10