Aggiornato il Marzo 2, 2017 da Il Guru dei Film
Torna la comicità scorretta e surreale di Marcello Macchia in arte Maccio Capatonda che, dopo i successi dell’esordio, firma la sua seconda regia con Omicidio all’italiana.
Nato come personaggio televisivo nel lontano 2004, Maccio Capatonda è poi esploso letteralmente sul web ottenendo con i suoi video oltre 15 milioni di visualizzazioni e un seguito di fan fedelissimi.
Nel 2014 arriva il debutto cinematografico con Italiano Medio di cui Maccio è anche autore del soggetto e della sceneggiatura insieme a diversi collaboratori tra cui Herbert Ballerina che ritroviamo in Omicidio all’italiana.
Anche in questo caso infatti, Capatonda non si limita a interpretare e dirigere ma firma lo script del film per il quale rinnova il sodalizio con Luigi Luciano, in arte Herbert Ballerina.
I due formano così una coppia comica del tutto particolare che fa dell’ironia grottesca e un po’ cinica la propria cifra stilistica.
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La trama di Omicidio all’italiana racconta infatti di uno strano omicidio che sconvolge la vita sempre uguale di Acitrullo, sperduta località dell’entroterra abruzzese.
La tragedia viene vista dal sindaco (Maccio Capatonda) e dal suo vice (Herbert Ballerina) come un’occasione unica per far uscire dall’anonimato il paesino, contando sulla morbosa curiosità dei media locali e nazionali…
Ed è ovviamente proprio il media più popolare, la televisione, ad essere al centro della satira di Capatonda che intende mostrare e, a suo modo, stigmatizzare l’effetto di condizionamento che tutti noi subiamo più o meno consapevolmente.
Si ride amaramente in Omicidio all’italiana, come in molte delle versioni classiche della commedia nostrana alla quale Marcello Macchia si richiama, e si viene portati a riflettere sui lati più meschini e distorti della comunicazione e forse anche dell’animo umano.
Paolo Piccioli