Aggiornato il Gennaio 21, 2016 da Il Guru dei Film
Il film dedicato all’epopea spaziale della serie Baldios. Nel lontano Pianeta S-1 devastato dalle radiazioni, il dittatore Gattler decide di evacuare una parte della popolazione verso un nuovo mondo …
Tit. Originale: “Space Warriors Baldios” (Intern.)
Paese: Giappone
Rating: 9/10
Lo scienziato Reigan è contrario visto che grazie alle sue conoscenze è giunto alla soluzione del problema, il luminare viene però eliminato dai militari per lo sconforto del figlio Marin deciso a vendicarsi. Marin insegue l’astronave di Gattler con il Pulser Burn, un innovativo caccia stellare, ma l’entrata nella dimensione chiamata subspazio sconvolge il tentativo. Marin si risveglia nella base terrestre Blue Fixer, gli uomini vedono con sospetto l’alieno dalle sembianze umane ma il ragazzo si offre di combattere al loro fianco contro la minaccia di Gattler, per mezzo del Pulsar Burn che combinato con altri due moduli può formare il potente robot spaziale Baldios.
L’esistenza del film di Baldios è da ricondurre alla mancata conclusione della serie omonima originale del 1980, incompleta degli ultimi episodi a causa dello scarso riscontro ricevuto all’epoca, un lungometraggio riassuntivo portato a colmare l’ultimo atto di un’avventura spaziale, seppure con alcune modifiche degli eventi conosciuti in precedenza. E dire chi ci troviamo di fronte a un capolavoro dell’animazione robotica giapponese (serie+film), con il paradosso non indifferente di essere ben poco incentrato sulle evoluzioni del robot gigante Baldios, denso di sviluppi complessi e profondi, dai risvolti molto drammatici e violenti. Nel mondo di Baldios le vittime si calcolano in milioni di unità e non è un solo modo di dire, i protagonisti inoltre sono mossi da una forza che si tende a negare ma che ha segnato la storia dell’uomo: l’odio.
Si può intuire quindi la vena pessimista e coraggiosa di un impianto che, almeno nelle premesse, può ricordare l’influenza dei classici robottoni di Go Nagai, primo fra tutti l’eroe Actarus giunto con il robot Goldrake a proteggere la Terra da un’invasione aliena, solo in parte messa in atto, ci si accorge da subito di essere dalle parti di un’avventura più matura e stratificata, meno interessata allo spettacolo dei robot in azione. Non mancano le sequenze con il Baldios a fronteggiare i nemici in scontri nello spazio, ma sono brevi, quasi secondarie, considerato solo una semplice arma nonostante la bellezza del mecha design che può ricordare quelli di Zambot 3 e Daitarn 3, anche nella trasformazione/composizione ottenuta con l’agganciamento “classico” di tre elementi volanti. Baldios assorbe invero le migliori serie robotiche degli anni precedenti, oltre ai robot nagaiani, si avvertono gli influssi di Danguard e Gundam, una virata verso un forte realismo e senso drammatico.
L’eroe Marin riflette il tormento dell’intero arco narrativo, una figura affascinante dagli slanci temerari che lo portano a pilotare il Baldios a difesa dei terrestri. Per Marin si profila nel corso del film un’autentica sottotrama o “film dentro il film” che dir si voglia nel rapporto/scontro con il personaggio di Aphrodia, la bellissima comandante militare delle truppe di Gattler ha il dente avvelenato con Marin, per avere ucciso il fratello. A sua volta Marin ha come obbiettivo Gattler, divenuto la figura paterna di Aphrodia. I due sono giovani, bellissimi e spietati si attraggono e respingono, sotto intendono a un triangolo con Gattler l’incombente villain di Baldios, due anime perse in un mondo distrutto costrette a combattersi sino a un finale a dir poco struggente.
I personaggi secondari sono ben delineati, rientrano tutti più o meno negli stereotipi delle serie robotiche, ma paiono più realistici del solito, si pensi all’entrata del secondo pilota di Baldios David, si vede poco ma lascia il segno. L’intera vicenda è quasi sovversiva, collegata con la quarta dimensione del subspazio che non è solo una mera trovata spettacolare ma invece preparatoria a un colpo di scena devastante (Il recente “Capitan Harlock 3D” ha preso spunto). I sinistri presagi sull’intera umanità, con messaggi che si possono definire ecologisti ma disillusi e poco inclini a concedere sconti al radicato senso autodistruttivo dell’uomo (la terribile sequenza dello scioglimento dei poli e il conseguente tsunami), elevano la saga di Baldios a opera imperdibile. Da sempre poco conosciuto e ricordato anche in Italia nonostante la messa in onda nei primi anni 80. Da recuperare.
Sciamano
Ecco il poster del film Baldios