Aggiornato il Dicembre 29, 2015 da Il Guru dei Film
Gantz: Il (primo) live action del manga omonimo ambientato tra realtà parallele e giochi mortali …
Tit. Originale: “Gantz”
Paese: Giappone
Rating: 7/10
Tokyo, il giovane Kurono insieme all’amico ritrovato d’infanzia Kato sono investiti da un treno della metropolitana, per lo stupore dei due ragazzi si risvegliano in una stanza in cui è presente una strana sfera nera di metallo. Insieme a loro ci sono altre persone, non c’è molto tempo per capire la situazione visto che dalla superficie della sfera cominciano a provenire delle comunicazioni scritte che avvisano dell’avvio di un misterioso gioco di sopravvivenza: si tratta di uccidere degli alieni. Equipaggiati di tute nere e di armi fuoriuscite dalla sfera i spaesati protagonisti sono catapultati in un silenzioso quartiere nella notte di Tokyo…..
Le trasposizioni live action dei manga sono una materia delicata, quando poi a metterci mano sono gli stessi giapponesi spesso gli esiti per paradosso sono deludenti per non dire sconcertanti, soprattutto agli occhi del pubblico occidentale. Questa volta la ciambella sembra riuscita con il buco, senza essere davanti a un’opera imprescindibile, si respira un’autentica atmosfera fumettosa/da manga, anche chi non ha letto il manga originale a cui si ispira percepisce una genuinità di fondo. Come detto, niente di eccezionale ma l’avventura di alcuni sconosciuti gettati in una comune lotta di sopravvivenza contro nemici misteriosi appare intrigante, ben diretta dal regista Shinsuke Sato (Princess Blade) chiamato a replicare il successo del manga e della serie anime omonimi.
Una prima regola per avere un buon adattamento di un manga fantascientifico action con spruzzate horror, perché di questo si tratta in sintesi Gantz, è avere dei buoni effetti speciali, e da questo punto di vista ci siamo. E dire che la vicenda non presuppone un grosso dispiegamento di mezzi, nonostante tutto l’effetto dei corpi che vengono smaterializzati per essere teleportati nelle zone di combattimento, e alcune creature mostruose, come il gigante di pietra che i protagonisti si ritrovano ad affrontare, sono realizzati con una certa raffinatezza. Il nome criptico Gantz si riferisce alla misteriosa sfera che, sin nei primi minuti, lascia scorgere al suo interno un uomo all’apparenza sedato e collegato con un erogatore, un’entità sinistra capace di attrarre le persone decedute di morte violenta in una dimensione ludica di combattimenti, una realtà alternativa confusa con la vita di tutti i giorni, una situazione di incertezza e non detto che rimane sino alla conclusione.
I protagonisti principali sono Kurono e Kato, i giovani attori Kazunari Ninomiya e Kenichi Matsuyama noti a livello locale anche per alcune serie tv, una coppia di amici, un legame ricomposto nel tragico incidente di inizio pellicola, in fondo sono dei ragazzi morti, come tutte le persone che incontrano nella stanza di un palazzo di Tokyo (fuori dalla finestra si nota infatti la Torre della città), una condizione che getta una luce inquietante sull’intera vicenda e scaturisce interrogativi continui. L’aspetto scenografico dei quartieri notturni deserti di Tokyo accentua la composizione di un quadro insolito e straniante, le apparizioni degli alieni nemici da affrontare poi sono gustose per l’aspetto bizzarro e nelle creative tecniche di combattimento. Al fianco dei due ragazzi si nota la bellissima Kei con le fattezze di Natsuna, una teen idol dal fisico mozzafiato che per pochi istanti scopre in una scena di nudo iniziale, in seguito coperto dalla speciale tuta nera di pelle che i personaggi hanno in dotazione, un tipico costume da action-manga che potenzia i movimenti e la forza di chi la indossa.
Discrete le sequenze d’azione che hanno il culmine grazie alle x-gun in mano ai protagonisti capaci di fare esplodere i corpi in enormi schizzi di liquidi-frattaglia e la tensione drammatica risulta accettabile, anche per via di personaggi di contorno come il veterano combattente interpretato da Kanata Hongo, bravo a delineare un personaggio ambiguo che introduce Kurono e Kato in un mondo di scontri che prevedono dei punteggi-premio con la possibilità di tornare alla vita precedente, oppure salvare uno dei compagni caduti, nelle sessioni di giochi infatti può capitare di morire una seconda volta per mano dei nemici. Piuttosto lungo nella durata, oltre due ore, Gantz fila via senza annoiare mai troppo, non si preoccupa di approfondire nessuno degli aspetti sparsi su vari livelli, può infastidire ma è voluto e insito nella natura stessa dell’opera originaria che prevede fasi diverse e sviluppi successivi. Anche i live action si sono adeguati con il sequel dell’anno seguente intitolato “Gantz: Perfect Answer”.
Sciamano