Aggiornato il Aprile 1, 2015 da Il Guru dei Film
Chiusi dentro un cinema in balia di zombi demoniaci. Cheryl riceve da uno strano personaggio degli inviti per partecipare alla visione di un film in un nuovo cinema della città, data l’occasione la ragazza convince l’amica Kathy ad accompagnarla al Metropol …
Sul posto vi sono altre persone che si accomodano in platea, i primi minuti del film svelano che la storia tratta di una maledizione trasmessa da una strana maschera simile a quella vista all’ingresso del cinema. Poco prima una ragazza per scherzo aveva indossato la maschera ferendosi al viso, giunta in bagno per medicarsi inizia a subire una mostruosa trasformazione…..
Nel 1985 ci sono dei margini per (pro)sperare e investire nel cinema horror in Italia, il nome di riferimento è per forze di cose Dario Argento ma di lì a poco tutto sta per crollare, il regista di Suspiria per primo entra, a partire dal successivo Opera (1987), in una fase di involuzione inarrestabile sino ai nostri giorni. Dèmoni resta uno degli ultimi grandi colpi dell’horror italiano, anche a livello internazionale, prodotto e voluto da Argento e diretto da Lamberto Bava che firma il suo film migliore in carriera. Il film funziona ancora dopo 30 anni, semplice, veloce, macabro quanto basta e con efficaci effetti speciali. Nel giro di Argento e dintorni si trova anche Michele Soavi che in Dèmoni figura come attore (il tizio mascherato con i biglietti omaggio, uno dei protagonisti del film proiettato) e aiuto regista, due anni dopo debutta con l’ottimo Deliria e sarà l’unico nome importante all’interno dell’horror italiano sino al bellissimo Dellamorte Dellamore (1994), ultimo horror personale del regista, dopo il nulla o quasi.
Argento influenza gli horror italiani di metà anni 80, impone un’impronta comune e sceneggiature simili, Dèmoni ha il merito di anticipare le ambientazioni dei successivi Opera e Deliria, tutti i film sono racchiusi in un teatro/cinema, una riuscita variante italiana (l’ennesima viene da dire) del filone zombi-demoniaco, ai tempi ancora in voga grazie ai film di Raimi e Romero, piena di azione ed eccessi, con la bella intuizione di mostrare delle persone infette/mostruose inedite per aspetto e ferocia, si può dire che i demoni del titolo tendono ad assomigliare a dei licantropi posseduti. Argento agevola il leader dei Goblin Claudio Simonetti alla colonna sonora, a dire il vero anche troppo martellante (!), per fortuna alternata a divertenti pezzi rock metal di Billy Idol, Motley Crue, Saxon, Accept, ecc. e gli effetti speciali di un allora giovane Sergio Stivaletti, ricordati per le raccapriccianti trasformazioni dei contagiati, dolorose e lente come in Un Lupo Americano a Londra, con strane zanne che spuntano dalle bocche dei malcapitati che cominciano a vomitare liquami verdi fosforescenti.
Dèmoni ha una patina internazionale data l’ambientazione nella città di Berlino, si riconosce soprattutto nel prologo della metropolitana, cosa non insolita visto i numerosi precedenti di numerose produzioni italiane, buona parte del girato viene però effettuato nei teatri di posa a Roma. Cast di basso profilo, un modo come un altro per dire che la recitazione non è il pezzo forte della pellicola, si riconosce il dolce viso di Natasha Hovey, bocconcino 18enne, divenuta celebre per la parte in Acqua e Sapone (1983) di Verdone, un ruolo e una presenza che ricorda da vicino l’eroina di Suspiria di Argento, altro personaggio che rimanda al maestro horror è quello del cieco, l’assurdità del non vedente portato al cinema ad assistere un film horror si accetta quando si scopre che la sua accompagnatrice ha il secondo fine di copulare con il vicino di sedia(!). Erano i tempi in cui al cinema si faceva di tutto, per davvero, le strutture inoltre erano vetuste e ricavate in teatri dal fascino inquietante, con drappi, corridoi e stanze laterali, luoghi in cui si snoda buona parte della pellicola.
Divertente il doppio filo che lega il film proiettato con gli eventi scatenati in sala, il montaggio iniziale alterna i due percorsi sino al corto circuito che porta una vittima a sfondare urlando il telo dello schermo, la maschera demoniaca che si intravede è un chiaro omaggio di Lamberto Bava a La Maschera del Demonio (1960) diretto dal celebre padre Mario, il figlio poi in seguito si spinge oltre, con l’azzardato remake del film nel 1989 (anche qui Soavi tra gli interpreti). Da segnalare il simpatico Bobby Rhodes vestito come un pappone blanxploitation con al seguito due allegre sgallettate, una di queste (Geretta Geretta) è la prima vittima che da inizio al contagio, davvero folle la sequenza della motocicletta lanciata nel bel mezzo della platea. Ultimo film per la ragazzina dell’horror italiano per eccellenza Nicoletta Elmi nella parte (sexy) della cassiera/maschera del Metropol. Molto belle alcune soluzioni visive, come la salita dalle scale dei demoni con le orbite luminose, immagine poi ripresa per una delle più belle locandine horror degli anni 80. Di poco inferiore il seguito prodotto l’anno successivo: Demoni 2…l’incubo ritorna.
Paese: Italia
Rating: 7/10