Aggiornato il Gennaio 26, 2015 da Il Guru dei Film
Il secondo neo-giallo diretto dai registi di Amer.
Di ritorno da un viaggio di lavoro, Dan giunge a casa per rivedere la moglie che non è riuscito a contattare al telefono …
L’uomo si accorge che l’appartamento è chiuso dall’interno e dopo avere forzato la porta scopre che la moglie è scomparsa, decide di rivolgersi ai vicini per avere notizie ma si rivelano persone molto strane e inquietanti. Per Dan è solo l’inizio di un’indagine densa di oscuri misteri.
Il ritorno della coppia Cattet-Forzani è un neo-giallo nella scia del primo e sorprendente Amer (2009), una rivisitazione del thriller italiano degli anni 70 non adagiata sulle semplici citazioni, capace di esplodere in qualcosa di inedito e folgorante, in dedali di schegge di cinema purissimo e tagliente come una lama affilata dentro la carne. Metafora non detta a caso visto la predilezione di coltelli e rasoi presenti sin dai bellissimi titoli di testa. Bisogna ammettere che Strange Colour of Your Body’s Tears, il titolo internazionale del film, ha nelle sue premesse delle controindicazioni: è un’opera “elitaria” che si nutre di passioni (personali) ossessive riguardanti una fase cinematografica ben precisa (il Giallo all’italiana) che si prende molto sul serio, e una volta tanto è un bene, sempre alla ricerca di sperimentazioni e, anche per questo, caratterizzata da un incedere irrazionale e labirintico, di non facile fruizione.
Considerazioni che valevano per il precedente Amer, qui la faccenda si moltiplica, (forse) anche per le disponibilità finanziare maggiori, in un’opera di inesauribile cinefila ipertrofia che sfonda in visioni psichedeliche. Per fare una battuta e inquadrare il film: immaginate di essere in un thriller anni 70 di Lucio Fulci con i cellulari e i videocitofoni diretto da un Dario Argento sotto effetto di acidi. I registi Hélène Cattet e Bruno Forzani hanno sviluppato una morbosa fascinazione per le pellicole di Bava, Argento e Fulci, solo per nominare i più noti e “sacri”, al punto da riversare in ogni fotogramma un rimando al loro cinema, dei segnali, colori e sensazioni che si ripetono e rivivono in immagini di stilizzata violenza grafica che danno un senso all’abusato termine postmoderno. Il duo francese Cattet-Forzani, con base a Bruxelles, si spinge oltre nella cura maniacale scenografica dei set, tutti adibiti per ricreare degli interni vintage (anni 70, ovvio) a parte una fugace sequenza “hitchcockiana” di inseguimento nelle strade.
Il protagonista Dan dell’ottimo Klause Tange si ritrova in un palazzo signorile in stile Art Nouveau, bellissimo nell’architettura e nei decori, un ulteriore rimando cinefilo (la villa Scott di Profondo Rosso) che diviene spunto narrativo portante per i suoi ambienti inquietanti e segreti celati dietro a porte misteriose. Dan sembra da subito subirne l’influsso, ritorna il tema della casa stregata che sembra “viva”, il caleidoscopico prologo di vetrate che si configurano (nella mente?) in geometriche disposizioni induce a pensarlo. L’étrange couleur des larmes de ton corps, frase che riecheggia i titoli italiani anni 70, è un oscuro e lento smarrimento di Dan a contatto con strani personaggi, i quali condividono/confondo esperienze che lo stesso uomo sembra (ri)vivere, avventure tenebrose di figure femminili misteriose, lame che colpiscono, urla e allucinazioni sanguinanti.
Tentare di mettere insieme un filo logico nell’indagine di Dan diviene difficoltoso, come decifrare le sequenze insistite in frame by frame che riguardano incubi di sesso e sangue, ma il disorientamento è la chiave verso un mondo viscerale di emozioni cupe e maledette, dove le ferite si aprono come vagine sanguinolente e le lame piombano improvvise dalle mani guantate di uomini(?) in nero e dai volti indistinti. L’esperienza è rivolta ai sensi, alla tensione sessuale tra i personaggi e la rappresentazione di fantasie omicide, primario diviene l’utilizzo di una fotografia densa di colori caldi e fondamentale appare il sonoro: il sibilo delle lame, i gemiti delle vittime, oppure il fastidioso suono del citofono (l’allucinante sequenza dello “sdoppiamento”). A sontuosa integrazione la colonna sonora avvolge l’atmosfera nell’ennesimo rimando a un’epoca dorata del passato, sono tutti pezzi straordinari firmati da maestri del calibro tra gli altri di Nicolai, Morricone, Ortolani, riconoscibili agli esegeti del genere, utilizzati in nuove sequenze e prospettive. Dopo averlo visto, il dvd di Strange Colour of Your Body’s Tears può essere riposto al fianco di quelli di Sei Donne Per l’Assassino, Profondo Rosso e Sette Note in Nero. Splendido.
Tit. originale: “L’étrange couleur des larmes de ton corps”
Paese: Francia, Belgio, Lussemburgo
Rating: 9/10