Aggiornato il Dicembre 22, 2014 da Il Guru dei Film
Il film catastrofico a caccia di tornado.
La piccola comunità di Silverton è incurante dell’arrivo della peggiore tempesta di tornado nella storia degli Stati Uniti …
In zona si aggira un’equipe televisiva in cerca di eventi atmosferici estremi, intanto nella vicina scuola cittadina è in corso una cerimonia di fine anno. Senza preavviso i tornado si scagliano al suolo devastando ogni cosa.
Secondo film per Steven Quale dopo il divertente “Final Destination 5” (2011, rischia di essere il migliore della serie), uno che non è il primo che passa per strada avendo fatto la gavetta alla corte di un certo James Cameron sin dai tempi di “The Abyss” (1989), coronata con la regia della seconda unità nel film più famoso della storia (recente) “Avatar”. Premessa per arginare l’eccessivo astio che serpeggia nei confronti di “Into The Storm” che altro non è se non un film catastrofico dall’accettabile incedere drammatico e spettacolare. Si concede delle esagerazioni di troppo, la sbandierata (già nei trailer) sequenza degli aerei di linea che vengono sbattuti come fuscelli al vento, ma non va molto lontano dalla realtà distruttiva dei tornado che ogni anno mietono decine di vittime, quando va bene, soprattutto nel mid-west americano, la zona ripresa come teatro della catastrofe di “Into The Storm”.
Il ricordo del similare “Twister” (1996) di Jan De Bont comincia a essere lontano nel tempo, di conseguenza non pregiudica più di tanto la visione di “Into The Storm” che risulta una versione più consona ai nostri giorni, anche dal punto di vista stilistico, dato che la tecnica del found-footage, delle telecamere a mano e in presa diretta, è privilegiata per restituire il più possibile un senso di realismo. Il prologo con i quattro teenagers sorpresi da un tornado sembra un prolungamento della serie Final Destination, in seguito si rientra negli standard del cinema catastrofico con la presentazione dei diversi protagonisti, che possono anche risultare antipatici e poco interessanti, bene, ma dove sta scritto che devono risultare il contrario? Insomma bisogna stare al gioco e seguire le peripezie di una famiglia composta da padre e due figli maschi adolescenti non sempre facili da gestire per le solite incomprensioni tra genitori e figli.
Viene introdotto anche un gruppo di ricercatori-giornalisti che si spostano lungo gli Stati Uniti a caccia di tornado, tra i volti si riconosce quello di Sarah Wayne Callies divenuta familiare per la serie “The Walking Dead”, una meteorologa al servizio del leader Pete (Matt Walsh) che sembra avere una sola missione nella vita: catturare la migliore ripresa di un tornado, magari al centro del suo risucchio. Per raggiungere questo rischioso obiettivo la troupe utilizza un curioso blindato, la memoria (cinefila) corre al landmaster di “L’ultima Odissea” (1977), attrezzato per resistere all’urto delle intemperie con degli arpioni-ancora che, nell’evenienza, penetrano nel terreno, non è difficile immaginare che molte delle sequenze più tese e spettacolari vertono sul mezzo speciale in balia degli eventi (atmosferici).
Gli effetti speciali non sono trascendentali ma fanno il loro sporco lavoro e non vengono risparmiati in numerose sequenze notevoli (il tornado di fuoco) che hanno il merito di essere spesso riprese in campo lungo, per un quadro ampio della distruzione in atto, il tutto girato con una tecnica immersiva soddisfacente che stavolta, strano per un regista discepolo di Cameron, non approfitta della profondità del 3D. “Into The Storm” segue le linee guida del filone che hanno nelle sequenze di salvataggio/sopravvivenza i momenti clou. Il padre interpretato da Richard Armitage, il Thorin della serie Lo Hobbit, un Hugh Jackman con meno muscoli, ha un bel daffare per salvare la prole in una corsa contro il tempo, unirà le forze con la bella meteorologa per affrontare il peggiore e virulento tornado mai visto su schermo, a smorzare un po’ i toni drammatici ci pensano un paio di deficienti redneck che, a più riprese, corrono come dei matti verso i tornado per vivere l’adrenalina. Dentro viene infilato il messaggio di cogliere il momento subito, senza aspettarsi troppo dal futuro, retorica fastidiosa evitabile ma che si dimentica poco dopo la scena finale, che è la più divertente del film. A fronte di un budget di 50 milioni di $ il film ha racimolato la discreta somma di 160 milioni.
Tit. Originale: Into The Storm
Paese: USA
Rating: 6/10