Aggiornato il Novembre 19, 2014 da Il Guru dei Film
Arriva la prima parte del capitolo finale delle avventure di Katniss Everdeen-Jennifer Lawrence. Per la conclusione bisogna aspettare un anno. Un cast straordinario con Julianne Moore, Donald Sutherland, Philip Seymour Hoffman e Peeta-Josh Hutcherson, vittima anche lui della malvagità del presidente Snow …
Fedele alla strategia commerciale ormai divenatata uno standard di raddoppiare i capitoli finali delle saghe di successo, arriva Hunger Games – Il Canto della Rivolta Parte 1, prima parte dell’atto conclusivo delle vicende di Katniss Everdeen. Per sapere come va a finire bisognerà aspettare la parte 2, in uscita tra un anno.
E’ inevitabile avere la sensazione che si tratta di una sorta di antipasto, ricco sicuramente, ma un antipasto, un film insomma che serve a far venire voglia di vedere il prossimo.
Ovviamente si alzano i venti di guerra e di ribellione: l’odioso presidente Snow (Donald Sutherland) ha raso al suolo i distretti ribelli, sterminando senza pietà i suoi abitanti.
Dal canto suo Katniss, che ha definitivamente eliminato i giochi, si ritrova al fianco la presidente Alma Coin (Julianne Moore), Haymitich Abernathy (Woody Harrelson) e Plutarch Heavensbee (il compianto Philip Seymour Hoffman) nella sua guerra senza quartiere al potere di Snow.
Come se salvare quel che resta dell’umanità da un potere infernale non fosse un compito abbastanza complicato, Katniss si ritrova pure l’amato Peeta (Josh Hutcherson) nelle file del nemico: gli hanno fatto il lavaggio del cervello addestrandolo all’odio contro la nostra eroina che ha assunto su di se il compito estremo: diventare la Ghiandaia Imitatrice, cioé il simbolo attorno al quale si dovranno unire i rivoltosi. Ma per sapere come andrà a finire bisogna aspettare il prossimo film.
Il film diretto da Francis Lawrence si basa su un cast straordinario guidato da Jennifer Lawrence, attrice di formidabile talento e di naturale carisma, su un impianto narrativo basato sui romanzi di Suzanne Collins che hanno venduto decine di milioni di copie e sul clamoroso successo di pubblico e di critica dei primi due film.
Stavolta, inevitabilmente, si rinuncia un po’ all’azione in favore di dialoghi e introspezioni, compresa un’interessante apertura a un allarme sul potere della comunicazione.
Paolo Biamonte
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