La Notte dei Diavoli (1972)

Aggiornato il Gennaio 24, 2013 da Il Guru dei Film

La Notte dei Diavoli (1972)Il film di Giorgio Ferroni sospeso tra gotico e thriller. Finito in manicomio Nicola rievoca gli avvenimenti che lo hanno reso pazzo. I ricordi risalgono nei pressi del confine con la Jugoslavia quando decide, in modo incauto, di prendere una scorciatoia in mezzo ai boschi e dove, per evitare una donna apparsa all’improvviso, danneggia l’auto.

Nicola trova ospitalità presso una rude famiglia di boscaioli, strana gente, piena di superstizione. Con la promessa di un aiuto per la macchina il mattino seguente, Nicola passa la notte nella casa degli ospiti, i quali lo obbligano a non uscire non prima dell’arrivo del sole…

 La Notte dei Diavoli (1972)

Per cominciare si avverte che i “diavoli” del titolo non compaiono, non siamo al cospetto di un film a sfondo satanico, gli appassionati dell’horror possono in egual modo rimanere collegati con piacere, in quanto “La Notte dei Diavoli” resta un buon horror, poco visto, pervaso dal fascino dei migliori film di genere italiani dei primi anni 70. La vicenda è tratta dal medesimo racconto, “I Wurdulak” di A.K. Tolstoi, da cui Mario Bava ha preso ispirazione per uno dei (tre) episodi del capolavoro “I Tre Volti della Paura”, di nove anni antecedente, l’adattamento di Ferroni segue a grandi linee le stesse direttive ma differisce, e non poco, per un approccio più violento e sanguinario a riflettere il (nuovo) corso dell’horror italiano/europeo del periodo, incentrato su ambientazioni contemporanee e di maggiore realismo, anche dal punto di vista grafico. In poche parole un’opera che si può considerare un ponte tra il gotico italiano degli anni 60 con il thriller-splatter dei 70, in entrambi i casi gli italiani erano dei maestri nel campo.

Grande sequenza onirica iniziale che svela gli incubi del protagonista Nicola, piena di sangue e sesso (a posteriori inspiegabile, gratuito), con immagini di teste (che in seguito intuiamo essere quella della Belli) scarnificate in esplosioni di sangue e tessuti, donne nude full frontal dal corpo prosperoso palpeggiate da suore-infermiere (?) dal volto a forma di teschio. Una follia scaturita dalla mente di Nicola sottoposto a un esame medico. Nicola è interpretato da Gianni Garko, grande volto del nostro cinema di genere (7 Note in Nero di Fulci può bastare?), che in quel periodo decide di lasciarsi alle spalle i ruoli western che gli avevano dato la fama: il Sartana del cinema è e resterà sempre Gianni Garko. Alla regia l’anziano Giorgio Ferroni firma uno dei suoi film più apprezzati, secondo solo al fondamentale gotico “Il Mulino delle Donne di Pietra” del 1960. Ferroni dimostra di essere uno dei master of horror italiani, certe soluzioni visive del film, il teschio brulicante vermi delle prime immagini, anticipano gli incubi di Fulci.

Davvero molto buona l’ambientazione e le scenografie ricavate in Lazio, nei pressi di Bracciano, che simulano senza troppi problemi le fitte boscaglie poste sul confine tra Italia e Yugoslavia, il luogo (d’ombra) in cui si dipana una storia di superstizione e paura legata al vampirismo. Dei cari vecchi vampiri infatti si tratta, creature della notte che hanno decimato la regione, ormai disabitata e presidiata da un’unica famiglia che convive con la minaccia, anche per una questione di conti da regolare. Se non fosse per il personaggio di Gianni Garko e della sua macchina (una Fiat 124 coupè), sembra di galleggiare in una zona fuori dal tempo, immersa nella tradizione contadina arcaica e impaurita dei tempi andati, i comportamenti dei membri della famiglia inoltre non aiutano Nicola a intuire da subito il pericolo in cui si è cacciato.

Il personaggio di Agostina Belli (Profumo di Donna) allevia il fuori programma del protagonista, la graziosa attrice si concede in una sequenza di nudo, la ragazza di nome Sdenka, attratta dal forestiero, mantiene quella carica ambigua che serve anche per organizzare il finale, prevedibile ma ben confezionato. “La Notte dei Diavoli” è una coproduzione italo-spagnola che punta molto sul sesso e il sangue, un’altra attrice bionda scopre i seni in una scena di accoppiamento mentre lo splatter abbonda, per essere il 1972, con corpi trafitti da paletti e falangi mozzate, volti scarnificati dalla decomposizione. Niente male anche la colonna sonora di Giorgio Gaslini per un film ben diretto e interpretato, che mantiene vivo l’interesse sino alla fine, insomma un piccolo gioiello per gli amanti dell’horror italiano (e non solo).

Paese:Italia
Rating:7/10