Aggiornato il Dicembre 27, 2012 da Il Guru dei Film
Il primo cartoon diretto nella sua carriera da Patrice Leconte affronta con i toni dell’umorismo macabro un tema delicato finendo per lanciare un messaggio a suo modo rassicurante.
La Bottega dei Suicidi ha avuto un’ imprevista e sgradita pubblicità grazie alla geniale intuizione della commissione censura che aveva stabilito il divieto ai minori di 18 anni, condannando il primo lungometraggio a cartoni animati di Patrice Leconte, per altro presentato fuori concorso nella sezione Junior del festival di Cannes, a un’uscita in home video. L’Italia, che ha condannato al rogo L’ultimo Tango a Parigi e non batte ciglio di fronte al dilagare morboso dei racconti di omicidi familiari (Cogne, Avetrana, Garlasco) nella TV del pomeriggio e di fasce di grande ascolto, ha tentato di essere l’unico Paese europeo a prendere una simile decisione. Per fortuna la commissione ci ha ripensato.
Va detto subito che non è sicuramente un film per bambini anche se, contrariamente al libro di Jean Teulé cui è ispirato e che finisce malissimo, propone un happy ending e una chiara distinzione tra il mondo degli adulti e quello dei bambini.
Ispirato, per ammissione dello stesso Leconte, all’umorismo della famiglia Addams e dei film di Tim Burton, La Bottega dei Suicidi immagina un mondo dove per le strade non c’è sole ma pioggia e smog e depressione. Il pensiero fisso della gente è il suicidio ma bisogna stare attenti a non farlo in pubblico, altrimenti i familiari del morto si beccano una multa salata.
La famiglia Tuvache ha una bottega che, al motto trapassati o rimborsati, offre tutto l’occorrente per un sicuro trapasso auto inflitto e fa affari d’oro. Tutto va per il meglio per Mishima e sua moglie Lucrece fino a che non nasce il piccolo Alan che, con grande sconcerto dei suoi familiari, è affetto da un’incontenibile gioia di vivere e finirà per scompaginare le regole del gioco.
Realizzato con tecnica tradizionale e con qualche elemento di commedia musicale, La Bottega dei Suicidi è ovviamente un cartoon non tradizionale, ispirato all’umorismo macabro ma che diffonde, a modo suo, un messaggio rassicurante: la vita non è sempre bella ma è pur sempre meglio della morte.
Paolo Biamonte
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