Aggiornato il Settembre 20, 2012 da Il Guru dei Film
Il Rape & Revenge secondo Ruggero Deodato.
Alex agisce indisturbato come stupratore seriale, in fondo si tratta di un tipo in gamba e insospettabile che gestisce un garage di New York.
Insieme all’imbranato amico Ricky si imbuca in una festa organizzata in un’isolata villa vicino a un parco. Per Alex e Ricky non sembra vero di essere capitati in una casa insieme ad alcune ragazze carine e su di giri, queste ultime non sanno che i due uomini sono dei pericolosi pazzi criminali.
Il film inizia con un pugno allo stomaco, termine banale e abusato, ma si tratta del brutale stupro di una giovane donna da parte del protagonista interpretato da David Hess, pare che l’attrice prestata per questa sequenza fosse ai tempi la stessa moglie di Hess (!): l’uomo al volante di una macchina si affianca alla vettura della vittima, dopo un breve inseguimento le taglia la strada, scende e la aggredisce all’interno dell’abitacolo strappandole le mutandine e inizia a infierire. Siamo dalle parti di New York, tutto il prologo viene girato nella città americana, Deodato ha da poco finito le riprese del cult controverso Cannibal Holocaust di cui utilizza la stessa equipe tecnica, il resto del film (a basso costo) viene terminato a Roma nei pressi del quartiere Olgiata e ha, in pratica, un’unica location: una villa con piscina e giardino.
Deodato attraversa un grande periodo di forma, il film in se’ è poca cosa, ma è ben condotto, ha una sua resa implacabile e, nonostante la delicata materia trattata, è divertente da seguire e attraversato di morbosità gratuita a piene mani. I nudi integrali femminili full frontal abbondano, anche Hess concede le chiappe al vento in almeno una sequenza, cosi come i pestaggi e torture assortite, certo le immagini si fermano sempre a un passo del fatto compiuto, altrimenti ci troveremmo di fronte a uno snuff movie o roba similare. E’ buona la resa tecnica delle inquadrature e vincente l’amalgama con la colonna sonora del grande Riz Ortolani, reduce anche lui da Cannibal Holocaust del quale firma lo score, che imbastisce una traccia portante dolce e orecchiabile che fa da contraltare alla violenza messa in atto dal protagonista.
La Casa Sperduta nel Parco, gran titolo, semplice ed evocativo, si inserisce nel filone “Rape & Revenge” molto in voga nel decennio precedente (anni ’70), l’attore David Hess ne è una figura centrale, dopo l’indimenticabile interpretazione di Krug Stillo ne L’Ultima Casa a Sinistra, al punto da ripetere più volte in carriera la parte dello stupratore con il lampo di genio nell’occhio, e dopo averlo visto in opera è difficile immaginare qualcun altro che non sia David Hess stesso, la follia del personaggio cattura e si rischia la fascinazione del male, bisogna dare merito anche al doppiaggio del grande Ferruccio Amendola che rende il tutto più facile e intenso.
Degna spalla di Hess uno scatenato Giovanni Lombardo Radice, veterano del bis italiano, tra i più amati, interpreta il poco registrato Ricky, imbranato e timido ma pur sempre poco raccomandabile, insieme formano una bella coppia assortita di criminali. I due attori reggono la baracca visto che il resto del cast è da mettersi le mani nei capelli per inettitudine, il film perde tensione a volte anche per questo, le attrici sono tutte giovani e carine quanto penose, la più conosciuta è Annie Belle (una sfilza di b-movie girati in Italia), alla fine in diverse situazioni della pellicola vengono tutte denudate, forse é solo questa la ragione della loro presenza. Un altro paio di attori maschili non pervenuti, tra i quali l’ingessato padrone di casa, sono disastrosi, a tratti ridicoli a sottolineare la vera mancanza della pellicola.
La sceneggiatura si mantiene rigorosa sino al finale, avviene un ribaltamento a dir poco improbabile quanto gustoso, per chi frequenta il genere non è nemmeno cosi sorprendente.
Paese: Italia
Rating: 7/10