Aggiornato il Gennaio 19, 2012 da Il Guru dei Film
Un horror remake prodotto e (co)sceneggiato da Guillermo Del Toro.
La piccola Sally raggiunge il padre che vive con la nuova compagna in una vecchia villa del Rhode Island. La bambina non sembra accettare la situazione, inoltre si sente spaesata all'interno dell'enorme casa che pare abitata negli angoli più bui da strane presenze. Molti anni addietro, nei sotterranei, un pittore aveva scatenato un'antica maledizione e la venuta di inquietanti creature.
Il regista sconosciuto Troy Nixey, giovane di belle speranze lanciato dopo alcuni corti promettenti, viene poco menzionato quando si parla di "Non avere paura del buio" in quanto oscurato dal nome del grande Guillermo Del Toro, sventolato sui cartelloni e nei crediti in veste di produttore e co-sceneggiatore. A vedere i segni caratteristici dell'opera originale da cui è tratta la pellicola, l'atmosfera favolistica (dark), la presenza di una bambina protagonista e di creature mostruose, si capisce subito che siamo nel terreno prediletto dell'autore di "Hellboy- The Golden Army" e "Il labirinto del Fauno" che ha pensato bene di rileggere il vecchio tv-movie omonimo del 1973 e cosi omaggiare uno dei tanti amori di celluloide per Del Toro adolescente. Il film però sembra (con)vivere in queste due anime: da una parte la vena fantasy di Del Toro, dall'altra una regia non ancora convincente, dai passaggi troppo blandi e televisivi per accontentare in pieno.
"Non avere paura del buio" ha un bel prologo situato nel passato, all'interno della cantina di una vecchia casa, che annuncia l'incombenza di non meglio identificate creature malevole e molto vendicative, a disturbare non poco è però la scena dello scalpello appoggiato sui denti di una poveretta, fatto raschiare e infine affondare con esiti mortali. In seguito le creature faranno bella mostra di sè, non si rovina la sorpresa nel descriverli dato che giungono presto a insidiare i protagonisti: sono piccoli esseri dalla forma sgradevole che ricorda l'incrocio tra una scimmia e un pipistrello. Possono sembrare innocui data la piccola taglia ma alcune sequenze dimostrano il contrario, buoni gli effetti speciali che li riproducono, nella scena del letto inoltre, in una delle prime apparizioni, e molto facile venire colti da un sano salto sulla poltrona. Il bau-bau, l'Uomo Nero, la paura atavica del buio, gli spauracchi dell'inconscio umano che hanno fatto la fortuna del cinema horror si ripropongono anche in questa pellicola che ha il torto di avere poco estro, troppo prevedibile, senza particolari elaborazioni ma forse Del Toro ha preferito un profilo basso, declinato a un'impostazione (anche troppo) classica.
La location principale è una splendida, vecchia casa del 19° sec. con arredamenti di legno intagliato, la porta d'entrata con la forma di un albero è spettacolare, un'austera ed elegante abitazione che è il vanto del padre di Sally, l'Alex interpretato da Guy Pearce, un architetto che ha per compagna una giovane arredatrice d'interni, la Kim di Katie Holmes. Vi sono altri personaggi di contorno ma sulla scena principale si muovono la piccola Sally, Bailee Madison, e la coppia formata da Alex e Kim che subiscono un lento e inesorabile accerchiamento. Il personaggio guida è Sally che si inoltra in un mondo fiabesco poco invitante, la scena della perlustrazione del giardino, nell'illusione di trovare la felicità che gli adulti non riescono a regalarle, con la conseguenza di conoscere invece una realtà ancora più spaventosa e crudele che tenta di immortalare in puerili ma inquietanti disegni. A dire il vero tutti elementi ben noti all'interno del filone "bambini e presenze di mostri/fantasmi".
Pochi spaventi si susseguono mentre si lasciano apprezzare le divertenti sequenze dei furiosi attacchi delle creature (occhio, letteralmente, ai buchi di serratura), sembra di vedere un film (Gremlins, Small Toys) di Joe Dante in versione cattiva, alle quali si può opporre solo la luce che rifuggono con terrore e, anche in questo caso già visto, ricorre l'utilizzo del flash di una macchina fotografica (si, la vecchia Polaroid) come strenua difesa. Alcune incongruenze (il braccio della creatura mozzato che fine ha fatto?), cadute di ritmo che fanno sbadigliare, soprattutto nella parte centrale, e un generale senso di incompiutezza pregiudicano il giudizio finale, non negativo ma non certo entusiasta. Finale rocambolesco, anche perfido se vogliamo, per un film che gli appassionati del genere possono vedere almeno una volta. Nei primi minuti ambientati sull'aereo, nei posti dietro la piccola protagonista, tra i passeggeri si può scorgere per un fuggevole secondo il faccione di Del Toro (attesissimo il suo ritorno alla regia con "Pacific Rim", appuntamento per il 2013). Decente.
Titolo Originale:"Don't be afraid of the dark"
Paese: U.S.A./Australia/Messico
Rating: 6/10