Aggiornato il Maggio 19, 2011 da Il Guru dei Film
Per il suo terzo film da regista, Jodie Foster ha chiamato il suo amico, ormai considerato un indesiderabile dopo le sue inqualificabili vicende private, per affidargli il ruolo di un uomo vittima della depressione che parla solo attraverso il pupazzo di un castoro.
Con Mr. Beaver, presentato fuori concorso a Cannes, Jodie Foster offre al suo amico Mel Gibson una bella occasione di riscatto. Come saprete, negli ultimi tempi Mr. Gibson era giustamente finito ai margini per comportamenti privati ai limiti del criminale: eccessi alcolici, insulti anti semiti ai poliziotti, minacce e insulti feroci alla sua ex compagna. Un crescendo degradante che ha fatto il giro del mondo e trasformato l'attore australiano in un indesiderabile, escluso dal cast di Una Notte da Leoni 2 perché la sua presenza avrebbe potuto compromettere l'immagine del film (a parte il fatto che gli altri attori avevano fatto sapere di non voler lavorare con uno del genere. E come dargli torto).
Per il suo terzo film da regista, la Foster ha voluto dare una prova d'amicizia che è già una storia nella storia chiamando proprio il reprobo nel ruolo del protagonista. E, trattandosi della storia di un uomo che, vittima della depressione e dei suoi errori, riesce a comunicare solo attraverso il pupazzo di un castoro, viene abbastanza facile tracciare un parallelo con la realtà. Tra l'altro Mel Gibson è molto bravo in questo ruolo che oscilla tra commedia e dramma e che è funzionale a raccontare una vicenda di malattia. Una vicenda che corre parallela a quella del figlio adolescente del protagonista e del suo tormentato amore per una ragazza.
Jodie Foster come attrice si ritaglia un ruolo di secondo piano ma non perde occasione di dimostrare la sua bravura fuori dal comune e di metterla al servizio di una storia che alla fine vuole dimostrare il potere terapeutico degli affetti e i rischi che si corrono rinunciandoci.
Paolo Biamonte