Aggiornato il Maggio 5, 2011 da Il Guru dei Film
Uno dei titoli cardine del (new) horror giapponese.
Per arginare la preoccupante negligenza in ambito scolastico il governo ha introdotto un crudele ed estremo "gioco": il Battle Royle, una competizione in cui gli studenti di una classe estratta a sorte si massacrano a morte, solo l'ultimo sopravvissuto sarà salvo e proclamato vincitore. Shuya è in pullmann con i compagni, ancora ignora che la sua classe è stata scelta per la nuova edizione di "Battle Royale", i ragazzi vengono narcotizzati e trasportati su un'isola impervia, a sorpresa, ad accoglierli, oltre a militari armati, anche il loro insegnante Kitano.
Da un romanzo di successo di Koshun Takami, "Battle Royale", divenuto anche un noto manga, uno dei film più importanti per interpretare l'horror giapponese degli ultimi anni. Un concetto di base estremo per una cultura, quella nipponica, fondata da sempre sugli eccessi e il rigore, a prima vista inconcepibile se visto da occidente, qui si presuppone una società che manda al massacro le generazioni più giovani, un'ipotesi a dir poco violenta che nella sua lugubre enfasi scruta da vicino il malessere di un paese, di un mondo, costruito da adulti sempre più corrotti per una gioventu' (morta) allo sbando. "Battle Royale" vive di una forza dirompente, si crogiola in un'idea semplice e malsana ma investe un'infinità di suggestioni: il cinema exploitation, la disamina sociale, la paura di diventare adulti, il controllo esercitato dal potere, la violenza insita in ogni essere vivente, lo spettacolo della morte, il fallimento della famiglia, in quello che appare come un vero concentrato della decadenza dei nostri tempi.
Dietro all'adattamento su pellicola uno dei più grandi nomi del cinema jappo, Kinji Fukasaku, già anziano muore dopo pochi mesi, consegnando il suo degno testamento per un regista che ha spaziato in lungo e in largo i generi, alcuni codificandoli con il proprio stile e imprimendo il corso della storia come nel caso degli yakuza movie (anche Takashi Miike ha pagato il suo tributo con il remake "Graveyard of Honor/La Tomba dell'Onore"), a seguire l'esempio paterno compare il figlio Kenta Fukasaku, qui sceneggiatore, in seguito regista del sequel "Battle Royale II". "Battle Royale" martella sin dall'inizio con cattiveria caustica e si ammorbidisce solo verso il finale (discutibile), l'arrivo degli studenti sull'isola è uno shock reso vivido da un Takeshi Kitano (“Hanabi”) in stato di grazia, glaciale e inflessibile, istruisce i suoi (ex) alunni nell'ultima lezione di vita, costretti ad indossare un collare di controllo pronto a esplodere se colti in zone vietate o in tentativi di fuga, un esempio dell'efficacia del gingillo viene mostrata ai danni di un poveretto che muore innaffiando di sangue l'aula.