Aggiornato il Marzo 11, 2010 da Il Guru dei Film
Peter Weir prosegue nell’esplorazione dei misteri che avvolgono l’Australia, una terra colonizzata carica di oscuri presagi.
Australia, Sydney. Mentre il paese subisce fenomeni atmosferici insoliti l’avvocato David Burton si occupa di un omicidio che ha coinvolto un gruppo di aborigeni. Sembra un caso di routine ma David inizia ad avere strani incubi collegati con gli aborigeni che deve difendere, i nativi sono poco inclini a collaborare e sembrano nascondere qualcosa di spaventoso, un mistero di antichi riti tribali e profezie sepolte in cui l’uomo viene trascinato.
Il regista Peter Weir torna dopo il capolavoro "Pic Nic a Hanging Rock" (1975) con un’altra opera legata agli arcani della sua terra, l’Australia, una dichiarazione del senso di colpa insito nell’attuale popolazione locale di origine europea, portatrice della civiltà moderna, incapace di fermare la distruzione della cultura dei nativi aborigeni. Weir allo stesso tempo istilla un timore malcelato nei confronti dei custodi originali di un passato dimenticato e introduce da subito un atmosfera sinistra nella bella sequenza iniziale, una sparuta scolaresca all’aperto intenta nei giochi, segnata da una pioggia torrenziale fuori stagione che si trasforma in una grandinata mai vista. Entra in scena il protagonista Richard Chamberlein, in Italia conosciuto più che altro per il famigerato serial anni 80 "Uccelli di Rovo", un giovane avvocato benestante con moglie bionda e due adorabili figliolette, il perfetto contro-altare dei suoi nuovi e (non)casuali "clienti", un gruppo di aborigeni di città mezzi straccioni, coinvolti nell’omicidio di un loro consanguineo al termine di una zuffa da bar.
"L’Ultima Onda" è un film di difficile catalogazione, siamo comunque dalle parti del cinema soprannaturale anche se radicato in fondamenti reali dei quali si preferisce non tenere conto. Weir scaraventa cosi il personaggio David Burton in un territorio primordiale che ha sempre ignorato, un luogo in cui è presente come elemento comune l’acqua, l’aborigeno cadavere è morto soffocato per una piccola quantità di acqua e anche a casa sua, nel piano superiore, si verifica uno strano allagamento nel bagno, intanto è incessante da giorni una pioggia persistente, la stessa che David vede nel corso di un incubo con al centro un uomo indistinto investito da una bufera fuori dalla finestra. In un successivo "sogno ad occhi aperti" David riconosce un aborigeno che gli mostra una strana pietra, con grande sorpresa scopre che l’uomo è Chris, uno dei suoi assistiti per il caso di un omicidio. Chris è interpretato da David Gulpilil, un aborigeno dai tipici lineamenti marcati della sua stirpe, l’unico dei 5 ragazzi sospettati dell’omicidio che apre una breccia nel muro impenetrabile di silenzio intorno al fatto di sangue, il giovane viene quindi invitato a casa di Burton. In questa occasione la moglie dell’avvocato si lascia sfuggire una frase che dice molto sulla condizione degli aborigeni, "sono australiana di quarta generazione ma è la prima volta che conosco un aborigeno", Chris però si presenta con Charlie, un compagno più anziano, l’attore Nandjiwarra Amagula, interessato a Burton che lo vede per la prima volta.
La vicenda prende risvolti inquietanti, Charlie è un aborigeno tribale che conosce la magia degli antichi, un riferimento dal sapore lovecraftiano che si accentua nelle fasi finali nei sotterranei di un remoto tempio, un essere che terrorizza la famiglia di Burton sostando immobile fuori dalla porta di casa e capace di sinistre trasfigurazioni: un inquietante gufo appollaiato davanti alle finestre dell’abitazione, un’idea che deve essere piaciuta a Osunsanmi per il suo "Il Quarto Tipo" (2009). La casa dei Burton viene presa di mira da forze naturali insolite (trombe d’aria, acquazzoni improvvisi), l’avvocato capisce di essere al centro di un terribile fenomeno che sta per sconvolgere tutti gli equilibri, qualcosa di incontrollabile e incomprensibile: l’ultima onda. L’angoscia si propaga anche grazie a un uso sapiente di suoni stranianti e primitivi, una colonna sonora firmata da Charles Wain nel suo unico contributo per il cinema, Chamberlein dal canto suo si prodiga con efficacia nel ruolo di protagonista, intento in un viaggio iniziatico verso l’insondabile, il personaggio di Burton si scopre essere un "mulcrul", un veggente in grado di cogliere segnali dal futuro contemplato negli antichi riti aborigeni.