Aggiornato il Novembre 30, 2007 da Il Guru dei Film
Paul Haggis, regista premio Oscar e sceneggiatore richiestissimo, dirige la storia di un veterano (Tommy Lee Jones) del Vietnam alla ricerca del figlio soldato in Irak, scomparso dalla sua base in America. Ad aiutarlo una poliziotta (Charlize Theron). Nel cast anche Susan Sarandon.
Il primo elemento di interesse di Nella valle di Elah (il luogo dell’incontro tra Davide e Golia) è Paul Haggis che è il regista premio Oscar di Crash ma anche lo sceneggiatore di Million Dollar Baby, Flags of our Fathers, Walker Texas Ranger, Casino Royale. Dunque uno che il cinema lo conosce bene e che è un regista che affronta temi importanti con l’aiuto di un virtuoso della fotografia, Roger Deakins, capace come pochi di giocare con luci e ombre. Nella Valle di Elah l’argomento è cosa succede a chi torna dalla guerra in Irak e cosa ne pensi Haggis è ben espresso nella frase di un commilitone del soldato scomparso che è al centro del film: Gli eroi non dovrebbero andare in un posto come l’Irak. Il protagonista è Hank Deerfield, un veterano del Vietnam interpretato da Tommy Lee Jones (ma la scelta iniziale era Clint Eastwood). Il buon Hank è uno tosto. Un giorno gli viene comunicato che il figlio, che era partito per Bagdad, non è sparito in Irak ma dalla sua base in New Mexico. Cosi’ decide di andare a vedere da solo cos’è successo, lasciando a casa la moglie, Susan Sarandon (un’attrice e una donna meravigliosa). Una volta arrivato in New Mexico Hank sbatte contro un muro di indifferenza travestita da correttezza eretto dai militari attorno alla vicenda. Così, nonostante le sue doti di investigatore, si trova costretto a rivolgersi alla polizia dove trova l’aiuto di Emily Sanders, una poliziotta con qualche problema personale interpretata da una bravissima Charlize Theron. Naturalmente quando si scoprirà il cadavere tutto cambierà. Nonostante abbia tutti gli elementi per un film adrenalinico, La valle di Elah non è un vero e proprio film d’azione perchè il centro dell’azione è il dolore dei protagonisti e, in generale, l’angoscia alimentata dal senso di vuoto e di abbandono provocato da insulse tragedie come la guerra in Irak. Se volete, una sorta di contraltare dolente di The Bourne Ultimatum.
Paolo Biamonte