Aggiornato il Marzo 17, 2011 da Il Guru dei Film
Le avventure dell'intraprendente eroina Adèle dirette da Luc Besson.
Parigi, 1911. Adèle è una giovane giornalista, attirata dai fenomeni più singolari come il potere della telepatia esercitato dall'eminente prof. Esperandieu. La ragazza ha però un'unica preoccupazione: risvegliare la sorella in coma da alcuni anni, per farlo non esita a raggiungere l'Egitto per trafugare la tomba del leggendario medico dei faraoni, nella speranza di carpirne i segreti della vita e la morte. Intanto nel museo del Louvre un preistorico uovo di pterodattilo si sta per schiudere…
Luc Besson torna dietro la cinepresa ma da anni ormai sembra poco incline a bissare i successi del passato (recente), da "Il quinto elemento" a "Leon", per dare spazio a film meno commerciali ("Angel-A", 2005) e leggeri come il recente "Adele e l'enigma del faraone", un divertente adattamento dei fumetti di Jacques Tardi. La pellicola è l'occasione per entrare in un'epoca tutto sommato felice, nella splendente Parigi a ridosso del primo conflitto mondiale, lontano dai funesti eventi degli anni successivi preannunciati forse, con fare sinistro, da una fuggevole visione del "Titanic" in procinto di salpare. "Adele e l'enigma del faraone", ancora una volta il titolo italiano porta fuori strada, però rientra appieno nelle corde del regista a partire dalla presenza di un'eroina forte e decisa, una sorta di proto-femminista non priva di bellezza fisica. Besson è stato uno dei primi a mettere in risalto la forza delle sue protagoniste, si pensi a "Nikita" (1990), senza dimenticare la "scoperta" di Milla Jovovich ("Giovanna D'arco"), spesso le donne sono i veri motori di tutti i suoi film (Matilda in "Leon").
Tra film, produzioni e sceneggiature Besson è il nome più importante del cinema francese degli ultimi 20 anni, anche l'horror-french non sarebbe lo stesso senza di lui (produce gli esordi di Aja, "Haute Tension", e Gens, "Frontieres"), e un suo nuovo film resta un (piccolo) evento, anche se il pubblico appare sempre meno interessato, una conferma che il suo primo vero amore, quello della regia, è ancora pulsante e in grado di confezionare prodotti di alto livello come "Adele e l'enigma del faraone", un fantasy con spruzzate alla "Indiana Jones" ma francese sino al midollo. Le scenografie sono splendide, sfarzose, da fare venire voglia di prenotare subito un volo per Parigi, merito anche di un apparato di effetti speciali ottimo, capace di mimetizzarsi con i veri monumenti della città restituita nella sua vitalità dei primi del 900, la scena del ballo can can, ma anche nella tranquillità delle piazze ancora non assediate da automezzi e folle di turisti, il prologo notturno con un buffo signore, testimone di strani eventi, che mette in risalto da subito la peculiarità della pellicola: un umorismo leggero che va sempre a segno, mai una sola volta volgare, insomma roba davvero d'altri tempi.